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Uno scatto d'orgoglio della scuola catanese

2023-05-20 13:53

Rosario Faraci

Cronaca, Attualità, Focus,

Uno scatto d'orgoglio della scuola catanese

Nell'incontro fra don Milani e Rosso Malpelo, si organizza e si struttura la speranza di un futuro migliore

Fin quando ci sono immagini come quella che vi proponiamo, c'è speranza. Anzi, c'è una speranza organizzata che va raccontata e fatta conoscere. 

Vuol dire che Catania, nonostante tutto, può rialzarsi, come ci ha fatto presente l'Arcivescovo mons. Luigi Renna, a margine della presentazione dell'ultimo libro dello psicologo Salvo Noè (La paura come dono, San Paolo Edizioni, 2023) e a conclusione della premiazione del concorso "Ho un desiderio, sospeso tra sogno e realtà: quello che ogni Rosso Malpelo incontri un don Lorenzo Milani sulla sua strada" che l'Ufficio per la Pastorale Scolastica della Arcidiocesi di Catania, guidato dal professor Marco Pappalardo, ha promosso per gli studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado di Catania e provincia. 

C'è speranza, nel senso che sarà pur vero che Catania ha ancora un elevato tasso di abbandono scolastico ed è una delle province in Europa con un'alta incidenza dei NEET, ma c'è comunque fermento negli istituti scolastici e una inversione di rotta è possibile, anzi è già in atto. 

Ci sono tante ragazzi e ragazzi che la scuola non la abbandonano, ma la vivono,  si impegnano quotidianamente. Provano a vivere una scuola diversa, più impegnata, inclusiva e coinvolgente come la costruì a Barbiana don Lorenzo Milani. Insieme a loro ci sono tanti insegnanti che, lontani dai riflettori in un mondo che amplifica sui social ogni attività, svolgono bene e silenziosamente il loro lavoro, facendo crescere i giovani in conoscenze ed abilità, ma anche in competenze. Soprattutto le competenze creative, linguistiche e comunicative, come abbiamo avuto modo di apprezzare ieri pomeriggio.

Ed è stata davvero una bella festa, a conclusione del concorso. 

Centinaia di studentesse e studenti di vari istituti scolastici della provincia sono stati premiati per aver svolto temi, dialoghi, racconti ma pure disegni, opere multimediali, vignette, acquerelli sul tema loro assegnato che proponeva, in maniera quasi provocatoria, un ipotetico incontro tra Don Milani e Rosso Malpelo, il protagonista della famosa novella di Giovanni Verga. Il ragazzo che lavora in una cava, sfruttato e ignaro dell'esistenza del mondo della scuola, è un "vinto" la cui vita sembra determinata dalle condizioni di nascita, il cui destino è deciso dal luogo in cui è nato, dalla famiglia in cui è nato, dalle sue condizioni socio-economiche. E se Malpelo avesse incontrato sulla sua strada un adulto come Don Milani? 

Con questa domanda l'Arcidiocesi di Catania, attraverso l'ufficio per la pastorale scolastica, ha sollecitato studentesse e studenti di Catania e provincia a rispondere, ad immaginare, a sognare. Il concorso è stato solo un pretesto. Ma la risposta è stata straordinaria e il pomeriggio di ieri ne è stata una dimostrazione. Per la gioia di tante ragazze e ragazze premiati, ma anche di quelli che il riconoscimento materiale non l'hanno ricevuto, ma si sono sentiti ugualmente gratificati per aver partecipato e per aver riversato, in un immaginario dialogo tra Rosso Malpelo e don Lorenzo Milani, tante loro preoccupazioni attuali e anche qualche paura. Bisogna leggere fra le righe degli elaborati dei ragazzi e delle ragazze per capire che hanno tanto bisogno di ascolto e di dialogo, specie con gli adulti.

Insieme alla gioia studentesca, c'è stata pure la felicità dei genitori e persino di alcuni nonni che, con fierezza, hanno accompagnato i loro figli e nipoti all'evento. E tanta soddisfazione anche dei docenti e dirigenti scolastici dei vari istituti della provincia che svolgono un onesto lavoro ogni giorno e provano ad arrestare l'emorragia di abbandoni che spesso, nei quartieri periferici, sembra inarrestabile. 

Questi insegnanti ci provano e ci riescono. Il merito è anche loro, di tanti Don Milani di Catania che con i libri, lo studio e la conoscenza provano a dare alle ragazze e ai ragazzi un futuro migliore. A non attendere la speranza, insomma. Ma di organizzarla seriamente.