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La Procura di Catania a gamba tesa sulle elezioni

2022-09-22 14:05

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Politica, Attualità, Focus,

La Procura di Catania a gamba tesa sulle elezioni

Barbara Mirabella, ex assessore alla Cultura di Catania e candidata alle prossine elezioni regionali per Fratelli d'Italia, è da oggi agli arresti domiciliari

Arrestata a Catania Barbara Mirabella, candidata alla Regione per Fratelli d’Italia ed ex assessore comunale alla Cultura e Pubblica Istruzione nella giunta presieduta da Salvo Pogliese. Un’inchiesta di tre anni fa, quando a Catania fu organizzato il congresso di cardiochirurgia, uno degli eventi medici più importanti d’Europa. Per la Mirabella, accusata di corruzione, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Nell’inchiesta, avviata dalla Squadra mobile della questura di Catania, sono coinvolti anche un medico e un imprenditore. Si tratta di Francesco Basile (ex rettore), direttore dell’Uoc di Chirurgia dell’azienda ospedaliera San Marco, per il quale il Gip ha disposto l’interdizione di 12 mesi per quattordici reati di falso, due reati di corruzione e due di concussione, e dell’imprenditore Giovanni Trovato, anche per lui è scattata la sospensione di 12 mesi dall’attività imprenditoriale per corruzione. Fin qui la notizia battuta con la giusta solerzia da tutti gli organi di stampa. Magari noi potremmo aggiungere che anche la moglie di Basile, Francesca Catalano, è candidata nelle liste di Fratelli d’Italia alle elezioni regionali. Solo una sfortunata coincidenza?  Noi non vogliamo entrare nel merito dei provvedimenti presi dalla Procura ma ci sembra quanto meno strano, anche se è il termine meno appropriato, che a si giunga all’arresto, ai domiciliari, di un candidato a due giorni dalle elezioni. Forse il reato commesso da Barbara Mirabella era così grave da giustificare un arresto oggi e non, magari, a urne chiuse? Del resto cosa sarebbe cambiato dal momento che le prove sono, o dovrebbero tessere tutte lì, nel fascicolo, a raccontare e dettagliare il reato? Dopo tre anni, la Procura catanese, a due giorni dalle elezioni, cosa teme di preciso, l’inquinamento delle prove, la fuga degli indagati, che possano andare persi gravi indizi di colpevolezza? Davvero le accuse sono tali da legittimare gli arresti addirittura due giorni prima delle elezioni? O forse la magistratura ha voluto ancora una volta precisare di  essere al di sopra delle parti? Ancora una volta, sottolineare chi ha, in Italia, il comando di tutto e su tutto? E che nessuno, chiunque vinca le elezioni, pensi a cambiare lo stato delle cose. Avvertimenti, come chiamarli altrimenti, erano già stati dati. Anche  Cateno De Luca ne aveva fatto le spese e fu costretto a rinunciare al suo seggio all’Ars per poi essere prosciolto del tutto. Lui pagò l’accusa rinunciando, i magistrati che lo accusarono sono ancora li. Noi non sappiamo se Barbara Mirabella sia colpevole o innocente. “Fiducia nella magistratura” diranno tutti. Fiducia un bel niente anche perché, e lo abbiamo visto con lo scandalo Palamara, alcuni magistrati non fanno proprio nulla per meritarla questa fiducia. Forse imparare a dire fiducia nel diritto ha più senso. Un’ entrata del genere, a gamba tesa  e col piede a martello, su un campo di calcio avrebbe costretto l’arbitro a estrarre il cartellino rosso ed espellere il cattivo. Qui le entrate a gamba tesa invece verranno salutate, dagli avversari (politici in questo caso) con grida di giubilo. E farle è proprio l’arbitro. A proposito signor arbitro con la toga, cosa sarebbe cambiato se questo provvedimento lei lo avesse preso lunedi? Per lei nulla, per un partito impegnato in libere e democratiche elezioni forse tanto. E lei, ci dica, sorride soddisfatto?