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La strage del Venerdì Santo: per non dimenticare

2023-02-28 12:07

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Politica, Attualità, Opinioni,

La strage del Venerdì Santo: per non dimenticare

La nave con 120 profughi a bordo entrò il collisione con la corvetta Sibilla. C'era il blocco natale e il governo era di centrosinistra guidato da Romano Prodi

Il 1997 è lontano ed è quindi possibile dimenticare o, ancora più comodo e più facile, far finta di dimenticare. Ma chi si dice attento alle tragedie del mare parlandone in salotto magari col dito mignolo alzato sorseggiando una buona tazza di the non può aver dimenticato. Ripasso della memoria: il naufragio della Katër i Radës, noto anche come tragedia di Otranto o tragedia del Venerdì Santo del 1997, è stato un sinistro marittimo avvenuto il 28 marzo 1997 all'omonima motovedetta albanese.

La nave, carica di circa 120 profughi in fuga dall'Albania in rivolta, entrò in collisione nel canale d'Otranto con la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana, che ne contrastava il tentativo di approdo sulla costa italiana. Nel conseguente affondamento perirono 81 persone di cui si riuscì a recuperare il corpo e, si stima, tra 27 e 24 persone mai ritrovate. I superstiti furono 34. Le fonti albanesi parlarono di più di 100 morti. Già, avete letto bene, collisione di una motovedetta della marina militare italiana. E come mai vi chiederete? Altro ripasso della memoria: il governo italiano aveva dichiarato il blocco navale per limitare l'ingresso dei profughi albanesi. Blocco navale uguale governo di centrodestra? E invece no, altro ripassino per gli amanti del the col dito alzato, a proposito benvenuta in salotto Elly Schlein, il governo era di centro sinistra con Romano Prodi presidente del Consiglio e Andreatta ministro degli interni, Già blocco navale. E gli unici ad andare a processo furono il comandante della carretta e quello della motovedetta condannati a pene quasi uguali. Mese più mese meno. Nessun ministro fu indagato. Certo anche allora come oggi tanti, troppi episodi di sciacallaggio politico di cui tutti, allora come oggi, dovrebbero vergognarsi. C'è chi è stato quasi contento per l'ultima tragedia di Crotone perchè ha potuto chiedere dimissioni e di questo o di quello. Ma prima di aprire bocca o pigiare sui tasti del computer, o del telefono, facciamoci tutti (sì, mi metto anche io) un bell'esame di coscienza. Chi specula su queste tragedie è colpevole tanto quanto chi le provoca.Vergognatevi. Vergogniamoci.