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"Megalomen" e la guerra privata a Taormina Arte

2023-08-13 14:05

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Politica, Focus,

"Megalomen" e la guerra privata a Taormina Arte

Un primo piano di De Luca in un video. I taorminesi cominciano a chiamarlo "Megalomen" . Taormina Arte deve lasciare il magazzino entro 30 giorni: una follia.

Di soprannomi ne ha avuti tanti.  Il primo “Scateno”, poi lo “Sceriffo”. Ma quello che più gli si addice è certamente quello che gli è stato affibbiato negli ultimi giorni: Megalomen. Sì, proprio il più appropriato. Lui, Megalomen, lo avrete capito, è Cateno De Luca che dovrebbe quanto meno cominciare a preoccuparsi anche perché questo appellativo gli arriva proprio dai taorminesi (sta mettendo le mani nelle tasche di tutti e questo non piace)  e tra questi anche molti di quelli che lo hanno votato e che adesso tremano al pensiero di doverselo sorbire per cinque anni. Del resto lo hanno votato e “Megalomen” De Luca è sindaco a tutti gli effetti.  Gli errori o se preferite gli orrori della democrazia. E se prima il sindaco era un appassionato di sporadici video di se stesso postati sui social, adesso che ha capito, si c’è arrivato anche lui, che Taormina in quanto Taormina e non perchè De Luca è sindaco ha una visibilità internazionale ecco che, da stratega sopraffino, decide di sfruttare la situazione e inonda la rete dei suoi primi piani, che forse non lo sa gli deformano anche un po’ il viso rendendolo non proprio bello, e accompagnato da una ridicola colonna sonora scritta da lui stesso, cerca di convincerci che “nessuno è megliore di lui”. Interviene su tutto. E spesso i suoi interventi sono equiparabili a chi, passeggiando, pesta una merda di cane. “Mbracau” insomma. E si sa quando si verifica un evento, spiacevole, del genere l’unica cosa da fare è stare fermi altrimenti non si fa che peggiorare la situazione. Ma se uno è Megalomen fermo non ci sa stare e finisce irrimediabilmente col muoversi. Un esempio? Quello che ha fatto con Angelo Duro. Ha pensato di sfruttare la popolarità di Duro facendo lui il duro per fare vedere chi tra i due ce lo aveva più duro. Che confusione. Morale della favola? Megalomen ha perso una buona occasione per starsene zitto o, se proprio voleva intervenire, poteva farlo senza rulli di tamburi e squilli di tromba . Ma allora, direte, che Megalomen sarebbe. Anche questo ragionamento non fa una grinza. 

Di questi giorni un’altra notizia destinata a fare rumore. La Fondazione Taormina Arte, dalla quale il Comune di Taormina si è tirato fuori e quindi il sindaco non è più il rappresentante legale, ha ricevuto un avviso a firma del segretario generale del comune con il quale si intima lo sgombero entro 30 giorni del Capannone Bianco di proprietà del Comune. Un capannone fondamentale per la vita di Taormina Arte: vi si conservano attrezzature, scocche della tribunetta del teatro, i praticabili, camerini, palcoscenico, camerini, torri, mostre, di proprietà della Fondazione. E non solo: anche gli strumenti di tutti i concerti in programma venivano, spesso, appoggiati li e poi si pensava al trasferimento.  Tutto insomma.  La colonna vertebrale di tutta Taormina Arte viene a mancare per volontà del sindaco e della sua battaglia personale contro la Fondazione. E’ uscito dalla Fondazione non appena non ha potuto disporre della maggioranza nel CDM  nascondendo a tutti, nel suo stile, che questa situazione che si era creata era solo di sua responsabilità (meglio colpa) in quanto quando era sindaco di Messina decise, per dispetto, di uscire dalla Fondazione rinunciando a due posti nel Cdm, quello del Comune di Messina e quella della Città Metropolitana. E ora quei due posti ai quali ha rinunciato li rivorrebbe, e subito, dalla Regione. Non è possibile? E io distruggo Taormina Arte. Prima uscendo come Comune di Taormina dalla Fondazione, poi causando con scelte scellerate, che figura barbina, la chiusura del Palazzo dei Congressi (ma niente video in questo caso), poi la revoca da parte del Comune della Casa del cinema come bene della Fondazione. E ora lo sfratto dal Capannone. Fu concesso dal Comune a Taormina Arte circa 20 anni fa. Sindaco era D’Agostino. Taormina arte lo mise a posto, pulendolo e ristrutturandolo e ne pagava le utenze. Poi il Comune lo divise in due per esigenze dell’Asm e ora, ultimo, atto, sfratto in trenta giorni. Una follia. Come farà Taormima Arte a smontare il Teatro, dove metterà tutti i materiali. Io un’idea ce l’avrei: venga depositato tutto sotto il Comune, come macerie date al vincitore, e lasciare a Megalomen il compito di trovare una soluzione.  Del resto si sa, lui è bravo e potrebbe farci anche o tre video col suo faccione in primo piano.