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"Golden Set", quando la vita vince la partita

2023-11-01 10:27

Tiziana Pizzo

Cronaca, Attualità, Sport, Focus, Libri,

"Golden Set", quando la vita vince la partita

Marco Fantasia ha presentato a Catania, con l'ausilio di Donatella e Tiziana Pizzo, il suo libro. Storie di atleti che hanno vinto la partita più importante

 

 

Dicono che la copertina di un libro sia come un vero e proprio biglietto da visita. Deve essere d’impatto, accattivante e fortemente rappresentativa del contenuto. Bene. La copertina di “Golden set” risponde perfettamente ai tre requisiti appena citati.

Marco Fantasia, famoso telecronista e inconfondibile voce di RAI Sport da oltre un decennio, autore di questo prezioso libro, ce lo ha confermato nell’incontro di lunedì scorso, alla Mondadori di Piazza Roma (a Catania), motivando ogni dettaglio della sua copertina, preludio perfetto per le storie raccontate all’interno.

Subito sotto il titolo, campeggiano due mani con le dita completamente incerottate, tipiche di tanti giocatori e giocatrici di pallavolo che, un po’ per necessità, un po’ per vezzo, si proteggono in questo modo dagli impatti, a volte davvero violenti, con il pallone. 

E già da qui, se non dal riferimento al “set” presente nel titolo, si intuisce l’ambito sportivo all’interno del quale si verrà catapultati una volta iniziata la lettura. Anche se poi, in realtà, come si scoprirà subito dopo, la pallavolo in senso stretto non rappresenterà il focus dell’opera, ma sarà semplicemente il legame che terrà uniti ben 12 dei suoi 13 protagonisti (unica non pallavolista, infatti, è Anna Basta, ex campionessa di ginnastica ritmica, coinvolta – suo malgrado – in una delle pagine più nere dello sport italiano, e non solo).

Ma, tornando alla copertina, c’è un altro particolare assolutamente degno di nota. Su polsi e avambracci si notano sottili fili dorati estremamente somiglianti a crepe su un muro. Rimandano, così ha spiegato Marco, alle tracce che rimangono dopo la riparazione di qualcosa (un vaso, un bicchiere) che si è rotto. Ok, ma perché sono dorate?

La risposta sta nel kintsugi, nota arte giapponese che ripara con l’oro gli oggetti rotti, con l’obiettivo di donare nuova nobiltà (e nuova vita) a qualcosa che, pur non essendo più come prima, trova nelle sue “cicatrici” una rinnovata, e ben più preziosa, esistenza.

È quello che accade a Noemi Signorile, Marco Meoni, Eleonora Lo Bianco, Alessia Orro (tanto per citarne alcuni); atleti di enorme talento e di caratura internazionale che si sono trovati improvvisamente di fronte ad autentici “mostri” (tumore, depressione, sclerosi multipla, ecc.) e che hanno trovato, dentro e fuori di sé, le risorse per poter affrontare sfide ben più impegnative di quelle, seppur tostissime, vissute in campo.

Marco Fantasia, lo ha detto chiaramente durante la presentazione, ha voluto dare, in modo estremamente discreto, voce a queste persone che, nonostante fama e successi sportivi avessero posto sul tetto del mondo, si sono trovate, come chiunque, a lottare, letteralmente e senza preavviso alcuno, per la propria vita. 

“Nel libro non c’è nulla di me” – dice -. “Mi sono limitato a raccogliere e riordinare i racconti dei protagonisti, trasferendo le loro parole su carta e parlando in prima persona per sottolineare, di volta in volta, l’assoluta unicità di ciascuno di essi”.

Infatti, in Golden Set, ad esempio, troviamo Luciano De Cecco, grandioso palleggiatore argentino, che racconta il suo “faccia a faccia” con una violentissima depressione. C’è l’immenso coraggio di Giulia Aringhieri, giovane pallavolista livornese che, colpita dalla sclerosi multipla, trasforma la terribile diagnosi in nuova opportunità. C’è spazio anche per la storia narrata da Alessia Orro, per lungo tempo vittima di un terribile stalker. E molto altro.

“Ho intitolato questo libro Golden Set – ha detto, inoltre, Fantasia – per simboleggiare la battaglia finale. Negli eventi internazionali di pallavolo, quando due squadre si trovano in situazione di assoluta parità di incontri (ad esempio, tra la partita di andata e quella di ritorno), si disputa questa sorta di battaglia definitiva. Un’ultima frazione di gioco in cui ogni azione è terribilmente importante e il desiderio di vittoria diventa assoluto. Per vincere la partita occorreranno coraggio, determinazione, lungimiranza e passione. Le stesse armi che sono servite ai miei 13 atleti per combattere il loro male e riuscire ad andare oltre”. 

In più (questo è un pensiero mio), in ognuno di questi casi, e in maniera diversa, appare un’incontenibile, istintiva e, per certi versi, inconsapevole Voglia di vivere che ha sicuramente contribuito al positivo risultato finale.

Insomma, Golden Set è un libro che non narra eroiche gesta sportive, nel senso stretto del termine, ma gesta comunque eroiche di persone che, probabilmente, anche grazie allo sport, hanno superato prove di vita terribili. Racconta che successo, fama e bellezza non rendono immuni dalle tragedie che, a volte, la vita comporta. Racconta che l’aiuto e il sostegno degli altri è assolutamente indispensabile.

Racconta che, comunque, bisogna lottare fino alla fine (anche se è vero che non sempre si potrà vincere). Ma bisogna lottare.

Fino all’ultima palla del Golden Set.