Le segreterie regionale, provinciale e locale di Fratelli d'Italia prendono le distanze da quanto recentemente avvenuto a Randazzo, dove gli organi elettivi (consiglio comunale, sindaco e giunta municipale) sono stati sciolti e, nei giorni scorsi, mandati a casa dal Consiglio dei Ministri. E lo fa, Fratelli d'Italia, con una lettera, che ci è stata fatta pervenirte, a firma del coordinatore locale di Randazzo, Giuseppe Franco Minissale, scritta in perfetta sintonia e condivisione con il coordinatore provinciale, Alberto Cardillo, e di quello regionale, senatore Salvo Pogliese ex sindaco di Catania.
"Nei giorni scorsi – si legge nella nota di Fratelli d'Italia, che non aveva alcun rappresentante all'interno del civico consesso randazzese – gli Organi amministrativi del Comune di Randazzo sono stati sciolti per ingerenze ed infiltrazioni mafiose, su conforme disposizione del Consiglio dei Ministri. Adesso, come da normativa vigente, l’affidamento della gestione del Comune è stata affidata per la durata di 18 mesi ad una Commissione straordinaria nominata da S.E. il Prefetto di Catania.
Il Commissariamento è avvenuto a seguito dell’attività svolta dalla Commissione prefettizia insediatasi nel marzo del 2023, la quale ha avuto il compito di prendere in esame il periodo di gestione amministrativa dal giugno 2018 al marzo 2023; periodo durante il quale, com'è noto, l’Amministrazione è stata guidata dal sindaco Francesco Sgroi.
Per probabili responsabilità di una sparuta minoranza, questa gravissima determinazione – che evidentemente si è resa necessaria – rappresenta un’onta per tutta la città di Randazzo, che va a mortificare e rischia di bollare come “mafiosa” una comunità che in larghissima parte è costituita da persone perbene e che niente hanno a che fare con organizzazioni mafiose o pseudo tali.
Tale infelice e spiacevole situazione – si legge ancora nella nota di Fratelli d'Italia – impone a tutti noi un appello immediato al riscatto morale e politico-amministrativo della Comunità randazzese. Vogliamo pertanto rivolgerci alle coscienze libere di questa Comunità, non permeabili dalla criminalità organizzata.
Il Giudice Paolo Borsellino disse che sarebbe venuto il giorno in cui la Sicilia sarebbe diventata bellissima, ma ciò sarà possibile solo assumendo la consapevolezza degli enormi errori compiuti in questi ultimi decenni, non solo di carattere penale, di cui è giusto che si occupi la magistratura, nella quale riponiamo assoluta fiducia.
La politica sana oggi ha il dovere di risvegliare l’entusiasmo delle nuove generazioni che con un sano impegno civile e politico possano porre in essere il riscatto dalla pessima immagine di cui è stata fatta oggetto tutta la città di Randazzo. Riscatto non solo dal punto di vista morale, ma anche economico, sociale e politico-amministrativo.
Tutto ciò premesso, nel rigoroso rispetto dei ruoli, il Coordinamento comunale di Fratelli d’Italia, insieme alla Dirigenza provinciale, regionale e con tutti i suoi Rappresentanti Istituzionali regionali e nazionali, fin da subito, si pone in totale e disponibile collaborazione con la Commissione Prefettizia che amministrerà la città di Randazzo per i prossimi 18 mesi".
Ricordiamo che gli organi elettivi del Comune sono stati sciolti nella seduta del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio scorso non a cuor leggero bensì – come si legge nel comunicato del Governo – “in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno gravemente compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione locale, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica”.
Accertate forme di ingerenza mafiosa che sono state più che acclarate da un'apposita Commissione prefettizia inviata dal Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, su conforme delega del Ministro dell'Interno, insediatasi nel marzo 2023 e che ha intensamente e proficuamente lavorato all'interno del Comune proprio per “verificare l’eventuale sussistenza, o meno, di elementi concreti, univoci e rilevanti su eventuali collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso”.
Ed è proprio in questo inquietante scenario che va ricercato l'avvenuto recente scioglimento degli organi elettivi dell'Ente con l'affidamento della gestione dello stesso Comune – come si diceva – per diciotto mesi, ad una Commissione straordinaria, ai sensi dell'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'Ordinamento per gli enti locali. Commissione straordinaria , sempre nominata dal Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, su conforme delega del Ministro dell'Interno che si è insediata proprio nei giorni scorsi e che ha già iniziato i propri lavori per assicurare una finalmente decente e buona amministrazione del medesimo Ente ad essa pur se temporaneamente affidato.
Certo è che da ormai tanto tempo a Randazzo non si respirava una gran bella aria, basti pensare che – come accertato da diversi organi competenti – dal giugno 2018 a questa parte vi è stata una politica di allegra finanza nella spesa pubblica dell'Ente, con affidamento dei lavori pubblici senza gare d'appalto sempre alle solite ditte, con le motivazioni più disparate facendole passare come "disperate ed urgenti", così come allegra è stata la gestione del personale con promozioni e punizioni indiscriminate secondo le simpatie e le antipatie di sindaco e degli assessori; stessa politica allegra nella gestione del patrimonio immobiliare (terreni e fabbricati di proprietà del Comune); dichiarazione del dissesto economico-finanziario non ritenuto assolutamente necessario, ma voluto per falcidiare, se non addirittura cancellare, i tanti debiti arretrati, senza pagare i numerosi creditori dello stesso Comune, peraltro ancora in attesa di essere comprensibilmente soddisfatti per le loro passate forniture di beni e servizi. E poi ancora, la mancata stabilizzazione degli oltre cinquanta lavoratori precari a cui il sindaco Francesco Sgroi ha promesso da tempo l'inquadramento nei relativi ruoli comunali (ben sapendo che dopo la sua dichiarazione di dissesto nell'Ente non avrebbe più potuto farlo!); i mancati introiti di diverse imposte e tasse comunali, ivi compresi i canoni di affitto per gli alloggi popolari ed i capannoni della zona artigianale nonché i canoni per l'occupazione di suolo pubblico dovuti dai commercianti nel mercato domenicale. Tutti soldi che il Comune avrebbe dovuto e potuto riscuotere e che invece non si è curato affatto di fare nei tempi previsti, nonostante i tanti allarmi lanciati per tempo dai funzionari preposti, crediti oggi prescritti e andati perduti. Vi sono poi tante e tante altre cose da dire ancora, di cui questo giornale darà prossimamente dettagliato conto.
Ed in tutto questo, gli amministratori ed i consiglieri di maggioranza che hanno retto le sorti dell'Ente dal giugno 2018 sino ad oggi, si sono "dati alla macchia". Sì, si sono ancora una volta coraggiosamente dati alla fuga! Con i loro segnali, ancora cercati, ma non pervenuti!