facebook
instagram
whatsapp

redazione@ivespri.it

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

Direttore Responsabile: Fabio Tracuzzi - direttore@ivespri.it

Direttore Editoriale: Nunzia Scalzo - direttoreditoriale@ivespri.it

Registrazione: Tribunale di Catania n. 7/2006 del 3/3/2006

Sede legale: Via Aloi 26 - 95126 Catania

 

Contatta la redazione: redazione@ivespri.it

Contatta l'amministrazione: amministrazione@ivespri.it


facebook
phone
whatsapp

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

banner per i vespri
vespri_300x250

Editore e ragione sociale:
Vespri società cooperativa

Via Aloi 26 - Catania

P.IVA IT04362690879 - Codice fiscale 93117170873
pec: cooperativa.vespri@twtcert.it

I Vespri @ Tutti i diritti son riservati, 2022

Catania città e Catania Calcio siano parte civile

2024-03-22 12:42

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Attualità, Sport, Focus, Opinioni,

Catania città e Catania Calcio siano parte civile

Basta con le impunità. Chi ha infangato l'immagine di una città e una società deve pagare. I Daspo non servono a niente. Chi non prende le distanze è complice

Prevederlo non era difficile. Diciamo che era scontato. Il ritorno della finale di Coppa Italia di serie C tra Padova e Catania si giocherà a porte chiuse. E, diciamolo subito, giusto così. Certo adesso si alzeranno le voci di chi dirà che per pochi, che poi tanto pochi non sono, delinquenti tutta la città, tutta la tifoseria ne pagherà le conseguenze. Questi pezzi di carne con occhi naso e bocca ma senza un briciolo di cervello, non posso chiamarli animali perché giustamente c’è chi mi ha fatto notare che gli animali non scendono mai così in basso, hanno ottenuto il loro unico scopo. Infangare la città di Catania e  infangare il Calcio Catania che dicono di amare tanto ma che in verità non gliene frega niente visto il loro comportamento e i danni che provocano.  Ma non possono capire, lo abbiano già detto: non hanno cervello. Ma non per questo possono essere assolti per infermità mentale. Sono tutti pregiudicati quelli arrestati e di violenza e si nutrono. Credono di crescere in considerazione per le loro gesta, i Daspo sono come medaglie da appendere al petto. Più Daspo si hanno più si può andare fieri. E, colpiti da Daspo, non si capisce come fanno lo stesso ad andare allo stadio. O forse lo si capisce benissimo. Questi Daspo non servono a niente. Le società devono smettere di coprirli e, in qualche caso, di finanziarli. Chi lo fa è complice. E sono complici anche quei tifosi che li accolgono e li nascondono e li proteggono in curva. Sì, proteggono e nascondono. Quindi cominciamo col dire che la responsabilità non è solo di chi con lucida follia e certezza di impunità si espone, ma anche di tutti quelli che in curva li fanno accomodare. Cacciateli se proprio volete prendere le distanze. O forse viene da pensare che sono proprio questi i capi delle curve, degli ultras (vogliono essere chiamati così). Ci sono degli arrestati che andranno a processo. Catania calcio e città di Catania si costituiscano parte civile. Questi elementi devono pagare. E non con due o tre giorni di cella o camera di sicurezza e poi il solito Daspo. Devono restare in carcere. E devono risarcire in solido i danni fatti alla città e alla società. Sempre che il signor Pelligra che ha salvato il calcio a Catania abbia ancora voglia di investire per poi doversi confrontare con chi crede di essere il padrone del vapore senza tirar fuori un euro e provocando solo danni. Ed è venuta l’ora di dare risposte serie e concerete se si vuole dare un vero segnale che vada oltre le dichiarazioni di facciata anche se dure. Ci sarà un processo visto l’elenco lunghissimo dei reati commessi. Ripetiamo: Catania città e  Calcio Catania devono costituirsi parte civile.  Catania vuole crescere non ne può più di chi ogni giorno contribuisce a renderla una città invivibile. E chi difende questa gente è complice.