Sono stati anni di stallo, di attese, di faticoso risveglio alla vita teatrale ma finalmente il Teatro Massimo Bellini rompe ogni indugio e si proietta verso il futuro. Con la presentazione delle stagioni sinfoniche e liriche fino alla soglia del 2025, l’Ente lirico dimostra di dare effettivamente seguito alla triennalità del bilancio acquisita con legge regionale e allunga la propria progettualità allineandosi a quanto effettivamente succede nei più grandi teatri del mondo. E’ stato quindi con orgoglio che i dirigenti del teatro, il sovrintendente Cultrera, il direttore artistico Carminati, la commissaria straordinaria Lo Cascio, affiancati dalla politica regionale (l’assessore Messina) e comunale (l’assessore Cristaldi) ne hanno illustrato i contenuti, coordinati con diligenza dall’addetta stampa Andò. E’ stata una lunga ed accurata illustrazione, preceduta dai rituali ringraziamenti e dalle precisazioni riguardanti il senso del proprio lavoro, costellato da difficoltà ma non privo della soddisfazione di potersi appendere qualche blasone di riconoscimento anche internazionale. Fin qui la presentazione istituzionale ma, da parte nostra non può mancare qualche considerazione ed osservazione dopo avere appreso titoli e cast artistici che, peraltro, dovranno passare poi al vaglio del giudice ultimo, il pubblico.
La stagione lirica 2022/23 presenta, come di consueto, cinque titoli operistici e due balletti (così come le successive): Spettacolo inaugurale La bohème di Puccini (26 novembre 2022), seguono Lo schiaccianoci di Ciaikovskij (balletto), Le nozze di Figaro di Mozart, Adriana Lecouvreur di Cilea, Giselle di Adam (balletto), La fille du régiment di Donizetti e La traviata di Verdi (nuovamente) in chiusura di stagione. Come si vede prosegue la linea tradizionale che continua a puntare sul repertorio italiano più noto e continuamente ripreso (in verità in maniera non dissimile da quanto accade oggi nella maggior parte dei teatri, soprattutto italiani).
Stesso registro per la stagione 2024: si parte a gennaio con Turandot di Puccini che presenta comunque la novità del finale incompiuto riscritto nel testo e affidato alla composizione di Jo Schittino; segue il balletto di Ciaikovskij Il lago dei cigni. Poi, finalmente una vera novità con La lupa di Marco Tutino (da Verga) in dittico con Il berretto a sonagli, dello stesso compositore (da Pirandello) commissionato, quest’ultimo, proprio dal teatro Massimo, il cui libretto è stato ricavato (a quattro mani con Tutino) da Gabriele Lavia cui è affidata anche la regia. Lavia era fra l’altro presente al tavolo dei relatori. Lucia di Lammermoor di Donizetti, Trittico, balletto della compagnia Zappalà Danza, Rigoletto di Verdi (ancora!) e La Gioconda di Ponchielli completano la stagione.
Nutrito il numero di concerti della stagione concertistica, ben 18 più 5 straordinari fuori abbonamento a partire dal 2 novembre di quest’anno.