Non possiamo tacere. Con questa netta presa di posizione scritta a lettere cubitali, si apre il documento di discernimento comunitario redatto e sottoscritto da un gruppo di fedeli laici, coordinati dall’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Catania.
Lo hanno predisposto alcuni intellettuali, docenti universitari, giornalisti, rappresentanti istituzionali. All’appello hanno già aderito numerosi gruppi di impegno cattolico di Catania.
Il riferimento è alle imminenti elezioni politiche e regionali del 25 settembre 2022, in cui – come scrivono i cattolici catanesi – “non c’è spazio per l’accidia politica” e “ora più che mai – richiamando le parole contenute in un recente appello della CEI – l’assenteismo, la delega in bianco, il rifugio nel privato non sono leciti a nessuno”.
Nell’auspicio che di politica tornino ad occuparsi tutti, non solo chi è eletto ed opera nelle istituzioni, il documento auspica nuovi modelli di democrazia partecipativa e un forte risveglio della società civile, allontanando così i rischi della “sindrome da spettatore”, dove per disaffezione alla politica, giudicata una “cosa sporca”, molte persone rimangono alla finestra a guardare, legittimando così una sorta di autogiustificazione al disimpegno per la cosa pubblica.
Il momento storico che stiamo vivendo – sottolinea il documento dei cattolici catanesi – è pieno di emergenze e di sfide. Fra tutte, la povertà economica e quella educativa, due criticità presenti in tutto il Paese, ma ancora più marcate in Sicilia. L’isola infatti vanta il triste primato di essere la regione italiana con il più alto tasso di povertà, il numero più elevato di NEET (i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano) e il più alto tasso di abbandono scolastico.
Queste due grandi emergenze, la povertà economica ed educativa, danno una spinta privilegiata per l’accesso, anche da parte dei minori, alla devianza e alla criminalità comune, organizzata e mafiosa, con gravi implicazioni sulla legalità e la sicurezza generale.
In un Paese che è sempre più “diseguale”, per richiamare l’aggettivo usato dalla Fondazione Ebert nell’ultimo rapporto, la solidarietà e la sussidiarietà devono essere due obiettivi che la politica a tutti i livelli deve saper perseguire costantemente, altrimenti i divari aumenteranno sempre di più.
Per questi motivi, conclude il documento dei fedeli laici di Catania, è rivolto un invito agli elettori al discernimento personale e comunitario nella scelta dei candidati, unitamente ad un appello forte alla promozione di forme di vigilanza verso chi fa politica.