Renato Schifani, arriva al salone dell’hotel Royal con oltre un’ora di ritardo. Ad accoglierlo Bernadette Grasso, che intervenendo nella qualità di Segretaria provinciale di Forza Italia, ma parlando a nome di tutti i partiti della Coalizione, riscalda la platea che si era depressa per la lunga attesa. In prima fila anche Tommaso Calderone, Beppe Picciolo, Matilde Siracusano, Stefania Prestigiacomo e Antonio Catalfamo. Il ritardo ha dimezzato le presenze dei fan di un centrodestra tuttavia coeso intorno alla figura dell’ex presidente del Senato che ha deciso di volare al di sopra della palude delle polemiche che stanno caratterizzando questa campagna elettorale: “Noi siamo primi, non ci interessa chi sarà secondo o terzo”. Questo per chiudere la lunga litania sui sondaggi che ha animato inutilmente il dibattito politico siciliano nelle scorse settimane. Altro riferimento va al M5S stelle, il cui consenso è crollato perché fondato sul voto di rabbia. Renato Schifani va al concreto, parla di Ponte sullo Stretto e afferma: “Il tempo politico è arrivato, coi governi di centrodestra alle regioni Sicilia e Calabria e al governo centrale”. Un emendamento sul porto di Messina gli dà l’opportunità di ricordare che Matilde Siracusano a Montecitorio si è spesa per porre fine allo scempio delle baracche messinesi anche se poi c’è stata confusione sui meriti. Per la sua prospettiva Schifani ha detto: “Dobbiamo concentrarci sul cambiamento, portare la Sicilia ad essere una regione normale, la lentezza burocratica e la paura di decidere bloccano sviluppo e crescita. Siamo stati scippati dell’articolo 36 dello Statuto che permette alla Sicilia di tenere per sè le sue imposte, ma abbiamo un credito, vogliamo pari dignità, e gli investimenti devono essere dirottati più al sud che al nord, perchè l’Italia a due velocità non funziona. Se ci sono contenziosi e noi abbiamo dei crediti, nessun accordo al ribasso è accettabile, come è avvenuto ai tempi del governo Crocetta”. “Dobbiamo inoltre ripristinare le Province che garantivano funzioni importanti, soprattutto nella viabilità. I termovalorizzatori vanno visti senza pregiudizi ideologici, trasformano rifiuti in energia e tanti esempi dimostrano che non sono dannosi per la salute e, quindi, via libera, ma “senza fretta per evitare impugnative nei decreti”. Schifani sull’energia sostiene: “raggiungeremo il 40% di autonomia energetica col progetto Cassiopea”. Ed infine lancia l’idea dell’aeroporto delle Eolie, che potrebbe essere il ripescaggio dell’aeroporto del Mela, un progetto che aveva avuto 83mila firme di sostegno, abortito ai tempi di Crocetta.