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I Vespri @ Tutti i diritti son riservati, 2022

In Europa? Sempre, ma con diversa postura

2022-10-11 18:52

Enzo Trantino

Cronaca, Politica, Focus, Opinioni,

In Europa? Sempre, ma con diversa postura

Da una presenza incurvata, succubi, di chi andava a chiedere quanto dovuto, anche perché contribuenti generosi delle casse europee, a un’ Italia in piedi.

Quali sono i nostri rapporti con l’Europa?

Li definisce con una immagine scultorea Ignazio La Russa: “di nuova postura”.

Così è. Prima c’era una presenza incurvata, succubi, di chi andava a chiedere quanto ci era dovuto, anche perché contribuenti generosi delle casse europee, ora c’è un’Italia in piedi, che non vuole rivendicazioni spavalde, favori pelosi, carità benevola, ma diritti da nazione protagonista.

Colpisce e offende la diversità di trattamento e di atteggiamento. Mentre si invoca la solidarietà, la Germania, convinta di essere “uber alles”, sopra di tutti cioè, si sfila dall’impegno e si affida a 250 miliardi per i bisogni della propria economia, soffocata dalla crisi comune.

In regime di percorsi autonomi, sarebbe stata scelta legittima, ma davanti alla conclamata “fede europea”, professata quando conviene, è uscita malandrina e perciò scorretta.

La Francia, continuando nella presunzione della “grandeur”, pur non essendo “grande” per essere afflitta da problemi non inferiori ai nostri, consente ad una ignota ministra (nella foto) di assumersi il ruolo di “vigilante” della nostra situazione interna perché una giovane signora tenace, intelligente e preparata ha dichiarato di cambiare “postura” nel consesso europeo, fermo restando il vincolo di solidarietà e cioè decidere assieme, ma senza complessi e reticenze.

Ecco spiegata la ruspante frase “la pacchia è finita”.

Ci saremmo attesi, almeno sul tema della orgogliosa e disciplinata difesa nazionale, una corsa al consenso, ma i frustrati dai risultati nazionali, non avendo capito ancora la lezione popolare, masticano bile e vomitano veleni.

E’ spettacolo miserabile, pur sapendo che tale livore sabotatore, genera ulteriore indignazione tra l’onesta gente che vorrebbe concordia almeno sul trema della difesa del prestigio nazionale.

Comprendiamo l’avvilimento di chi avendo “perso i muli, cerca i capestri”, come insegnava la saggezza siciliana per dipingere la disfatta della spocchia.

Sono gli stessi attori politici che non tollerano la obbligata prudenza nella scelta del “profilo” dei nuovi responsabili governativi, mentre rinviano, come ha proclamato il PD di Letta, a oltre sei mesi un congresso per ricercare identità. Ma è possibile tanta alterigia, come se fossero Samurai forti e saggi, mentre si rivelano litiganti rissosi e confusi?

L’Italia è fuori dal “Nazareno” e dalla tribuna parolaia di Conte, Calenda e soci minori. E’ nella tempesta più violenta, avanti all’infuriare di una crisi senza precedenti, con incastri sempre più preoccupanti.

Sarà pronto un governo costretto a saltare la normalità dell’avvio per iniziare l’immediata scalata dei problemi diluvianti.

Potrebbero essere alibi, ma verso chi?

A sperare è la nostra gente, la popolazione del grande condominio umano, che chiede l’impossibile, ma spera nella ordinaria vivibilità. Dal governo dei responsabili siamo a quello dei generosi, gli attuali.

Che Dio li aiuti.