Proclamazione, avvenuta presso la Corte d’Appello di Messina, dei deputati messinesi all'Ars, sono: Cateno De Luca, Antonio De Luca, Calogero Leanza, Giuseppe Lombardo, Pippo Laccoto, Matteo Sciotto, Pino Galluzzo, Alessandro De Leo e Tommaso Calderone (eletto anche alla Camera che lascerà il posto a Bernadette Grasso). Assente per motivi di salute Cateno De Luca, colto da malore lunedì scorso, giorno in cui è stato portato in ambulanza al Policlinico. A lui va un commosso pensiero di Giuseppe Lombardo: "Un pensiero a Cateno De Luca, che ha reso possibile tutto ciò: spero di non deluderlo e di non deludere i siciliani che hanno riposto in noi la loro fiducia. Grazie e forza Cateno! Ti aspettiamo più forte e più agguerrito di prima". E l’auspicio di Lombardo trova conferma nella realtà: De Luca, dopo 5 giorni, viene dimesso dall’Ospedale e dice di star bene ed è pronto a continuare la sua attività che, nei giorni precedenti, si era sostanziata nel “suggerire” al sindaco Basile i nomi dei dirigenti delle Partecipate del Comune. Provvedimento su cui i social si sono scatenati con tanti commenti negativi. “C’è chi sta valutando ricorsi in procura – scriveva un giornale on line - ma su cosa dovrebbero indagare i magistrati? Sulle nomine, anche nelle partecipate, da sempre i partiti hanno mantenuto la loro discrezionalità. E il manuale Cencelli, bellezza. Ma se è vero che si può discutere quanto si vuole sulla competenza e sull’affidabilità, è anche vero che se il sindaco Basile é costretto a scegliere dal sottobosco politico, per la Messina Social city lasciando ai margini un curriculum come quello dell’ex Garante dell’Infanzia, Fabio Costantino, è evidente che qualche ingranaggio é inceppato. Non si capisce per quale motivo dare 60 giorni agli “aspiranti”, se poi le valutazioni sono altre”. Non sembra esserci una corrispondenza tra merito e professionalità all’esito del provvedimento appare un bazar di nomine, incarichi, contrattazioni, un autentico suk mediorientale. Un premio ai diversi capi elettori che hanno contribuito ai successi elettorali e nessuna riflessione critica sul mantenimento stesso di certe Municipalizzate, doppione di funzione degli Assessorati che, in un momento in cui l’inflazione è al 12%, sono un lusso che Messina non può più mantenersi. Basile doveva essere il guardiano dei conti non colui che li faceva lievitare, magari promuovendo la nascita di qualche nuova Partecipata (Messenion) che consenta (a De Luca) di fare ulteriori costose nomine, proprio mentre il Comune si appresta ad aumentare la Tari.