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La “munnizza” a Catania e i consumi di elettricità a Siracusa condannano le due province

2022-11-12 14:56

Rosario Faraci

Cronaca, Attualità, Focus,

La “munnizza” a Catania e i consumi di elettricità a Siracusa condannano le due province

Le due città siciliane fra le peggiori province in Italia per qualità dell’ambiente. E per tutto il resto?

Proviamo a capire perché Catania (102° posto), Palermo (98°) e le altre province siciliane si trovano in fondo alla graduatoria sulla qualità della vita 2022, nella recente indagine del quotidiano Italia Oggi e dell’Università La Sapienza di Roma resa nota all’inizio di questa settimana.

Sono nove le dimensioni di analisi contemplate dallo studio e per ciascuna di esse c’è un punteggio riepilogativo di quelli parziali che, a loro volta, si riferiscono a tante altre sottodimensioni. Poiché la metodologia di indagine non è pienamente esplicitata, non si capisce sempre bene qual è la voce che incida più delle altre, nelle valutazioni complessive. Le quali per le province siciliane sono sempre negative.

Ieri abbiamo analizzato la dimensione Affari e Lavoro. Ad eccezione di Ragusa, che comunque è valutata scarsa, tutte le altre province siciliane riportano un giudizio insufficiente. Tuttavia, da un’analisi più attenta delle sotto-dimensioni, non si evince mai il perché di questo pessimo posizionamento. A meno che, nella valutazione complessiva di Affari e Lavoro, si è deciso di far pesare di più l’incidenza della disoccupazione che, ovviamente, al Sud è sempre più alta che nel resto del Paese. Ma questa non è una novità.

Proseguiamo con l’analisi delle altre dimensioni e in questa puntata ci occupiamo dell’ambiente.

A Catania (104° posto) tocca la maglia nera fra tutte le province siciliane. Ai primi tre posti di questa particolare graduatoria che analizza 107 province del Belpaese si trovano Trento, Rieti e Venezia. Agli ultimi tre Campobasso, Alessandria e Napoli. Siracusa (103°) precede di poco la provincia etnea. Caltanissetta è all’84° posto, Palermo al 79°, Trapani al 58°. Ragusa sta al 50° posto, Messina al 42° posto (e sta pure meglio di Milano che si trova al 43°), Enna al 39° e Agrigento, la più virtuosa delle province siciliane, al 38°.

Questa è la valutazione complessiva. Vediamo adesso le sottodimensioni cui si associano i punteggi parziali che, opportunamente aggregati e pesati (ma non si capisce in che modo), determinano poi il posizionamento in graduatoria.

Alla voce “Superamenti del limite orario previsto per il biossido di azoto”, dunque nei livelli di concentrazione di questo gas di colore rosso bruno dall’odore forte e pungente, nessuna delle province siciliane si trova negli ultimi venti posti. Anzi, tutto il contrario. Enna è la prima provincia più virtuosa in Italia e Milano è la penultima in graduatoria; Ragusa è al quinto posto, Trapani al 13°. Agrigento con Catania e Palermo si trovano al 17° posto, Messina è al 26° posto. Caltanissetta è al 44° posto, Siracusa è l’ultima delle siciliane ma si trova però a metà classifica, esattamente al 58° posto. Morale della favola: la qualità dell’aria in Sicilia è molto buona. A Enna e Ragusa poi si sta da Dio.

C’è ancora un’altra voce ambientale analizzata nel report ed è “Superamenti del limite orario previsto per il PM10”, ovvero la concentrazione di polveri fini inquinanti nell’aria che respiriamo. A Milano tocca l’ultimo posto, a Venezia il penultimo e a Torino il terzultimo in una graduatoria capeggiata dalle province di Sassari, Sud Sardegna e L’Aquila, ovviamente quelle in Italia – secondo l’Istat – in cui si respira meglio. Ragusa (15° posto) è la più virtuosa delle siciliane; Caltanissetta, la meno virtuosa, è al 49°. Nessuna delle province siciliane va oltre la cinquantesima posizione. Però Catania e Siracusa nella graduatoria finale sull’ambiente finiscono per trovarsi al 104° e al 103° posto rispettivamente. Dunque, è da qualche altra parte che bisogna scovare dove stanno le colpe di queste due province così insostenibili secondo l’indagine di Italia Oggi.

Identiche sono le valutazioni alla voce “superamenti del limite orario previsto per il PM2,5” cioè quelle polveri sottili che possono essere respirate e spingersi nella parte più profonda dell’apparato, fino a raggiungere i bronchi. Enna è al terzo posto in Italia per virtuosità; tutte le altre province siciliane si trovano in un grappolo al settimo posto, ad eccezione di Siracusa che è al 21°. Milano è al 102° posto, ma – alla fine della fiera – risulterà quarantatreesima nella graduatoria finale sull’ambiente. Avrà sicuramente qualche bonus che alle città siciliane non spetta.

Quindi bisogna scovare da qualche altra parte dove Catania e Siracusa pagano pegno.

Forse alla voce “consumi idrici pro capite sull’erogato”? In effetti, in questa graduatoria parziale dove Agrigento (1° posto) e Caltanissetta (4° posto) sono fra le province più virtuose in Italia, Catania è al 95° posto, ma Milano è ancora in fondo, al 106° posto.

Forse alla voce “veicoli circolanti per km2 di superficie urbanizzata”? Se come diceva Johnny Stecchino il “traaaffico” è il problema più grosso a Palermo (il capoluogo infatti è al 102° posto in questa graduatoria parziale), lo è ancora di più a Milano (103°) e figuratevi a Napoli (ultima in classifica). Trapani (35° posto) è la più virtuosa delle siciliane in termini di minor numero di veicoli circolanti. In realtà in un’altra classifica, ancor più puntuale, che prende in considerazione solo i veicoli circolanti per km2 di superficie totale, Enna e Caltanissetta sono addirittura le prime due province più virtuose in Italia; Ragusa è settima e Trapani dodicesima. È vero Catania si trova al 93° posto, Palermo al 104°, ma sta sicuramente meglio di Torino, Milano e Napoli cui sono assegnate le ultime tre posizioni.

Stiamo cercando, come fosse l’ago in un pagliaio, dove sta il vulnus di Catania e Siracusa che l’indagine di Italia Oggi e dell’Università La Sapienza “bollano” senza appello come città insostenibili dal punto di vista ambientale. Guardiamo allora un’altra dimensione, ovvero consumo annuo pro-capite di energia elettrica. Enna è prima in Italia per minor consumi, a seguire Napoli; Agrigento è terza; Palermo è settima; Caltanissetta tredicesima; Trapani al 14° posto e Catania, diciannovesima, è ancora più virtuosa di Roma che si trova in ventesima posizione. Milano è addirittura al 60° posto. La provincia siciliana più “sprecona” di energia elettrica è Siracusa, al centesimo posto. Ma è in buona compagnia. Sta in fondo insieme a Taranto, Brescia e Terni, tanto per citarne alcune, che guarda caso sono tutti grandi insediamenti industriali (nel petrolchimico e nelle acciaierie) a fortissimo assorbimento di energia elettrica.

Allora, la debolezza starà forse nell’estensione di pannelli fotovoltaici installati sugli edifici pubblici? Catania, la più virtuosa delle siciliane, è ventesima a livello nazionale. Ragusa è al 25° posto. Milano è solo al 66° posto, addirittura preceduta di una posizione da Caltanissetta. Siracusa sta in un folto gruppo di coda, insieme ad Agrigento ed Enna, ma anche Treviso e Gorizia, ma solo perché mancano i dati ISTAT di rilevazione. Quindi, nemmeno qui sta il vulnus.

E allora dove? Densità di piste ciclabili? Le pianeggianti Padova, Brescia, Mantova e Milano sono in effetti le più virtuose in Italia; Caltanissetta, Enna e Trapani stanno dal lato opposto della classifica. Catania è all’82° e Siracusa al 92° posto. Hanno pagato forse pegno alla sostenibilità ambientale per questi ritardi di adeguamento alla mobilità urbana?

Andiamo allora alla voce “disponibilità di aree pedonali nei capoluoghi”. Lucca è prima in Italia, Venezia – per naturali motivi geografici – è seconda e via via a scendere fino alla bellissima Firenze che è sesta. Palermo, la più virtuosa delle siciliane al 15° posto, sta meglio di Torino (18°) e Milano (23°). Ragusa entra a pieno titolo fra le prime 25 in Italia. Catania è sessantasettesima, Siracusa al 97° posto.

Capitolo verde urbano. Forse potrebbe annidarsi qui la debolezza competitiva delle siciliane. Ed invece alla voce “disponibilità di verde urbano” Agrigento è decima in tutta Italia, Milano è al 75° posto, ma Catania la precede di due lunghezze. Roma è settantanovesima. Siracusa è centesima e sta prima di Messina (102°) e Trapani (103°). Ma alla voce “densità di verde urbano” Messina è addirittura prima in Italia, Palermo diciassettesima. Catania è al 50° posto e precede ancora una volta Milano (54°).

La dimensione ambiente esplora anche la voce “autoveicoli elettrici e ibridi sul totale degli autoveicoli” in cui Ancona, Bologna e Macerata sono le tre province più virtuose in Italia. Milano è al 53° posto, Palermo al 73° e si prende la leadership in Sicilia. Catania è all’83° posto e in basso ci sono Caltanissetta (100°), Enna (105°) e Agrigento (106°).

La voce offerta di trasporto pubblico locale è segnaletica di una buona sostenibilità ambientale, anche se probabilmente la sua collocazione migliore sarebbe stata proprio alla dimensione mobilità. Ad ogni modo Milano è prima, seguita da Venezia, Brescia, Roma e Torino. Catania è al 40° posto, Palermo al 50°, Trapani al 60°, Messina al 78°. Siracusa è in novantacinquesima posizione, Caltanissetta (106°) e Ragusa (107°) sono in fondo alla graduatoria nazionale

Andiamo alle note dolenti. Ovvero raccolta di rifiuti urbani e differenziata di rifiuti solidi urbani. Se è questa la voce per cui le province siciliane pagano un prezzo altissimo nella graduatoria generale sull’ambiente, nulla quaestio. Però forse la dimensione andava etichetta in modo differente e limitata unicamente a questi soli indicatori. Nelle altre voci, come visto, la Sicilia non è sempre ultima (anzi, per qualità dell’aria da respirare è leader) e soprattutto Catania e Siracusa non sono fra le peggiori.

Sui rifiuti urbani invece il problema, di tutta evidenza anche ai locali e ai residenti, emerge drammaticamente nelle graduatorie parziali. Reggio Calabria, con Vibo Valentia, Matera, Enna e Potenza guida la classifica della virtuosità nella raccolta di rifiuti urbani. Ragusa è al 24° posto, appena cinque lunghezze dopo Milano. Siracusa è cinquantaquattresima, Palermo settantunesima. Catania è al 103° posto.  Nella raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, Treviso, Ferrara e Pordenone occupano i primi tre posti, Agrigento la più virtuosa delle siciliane la posizione 24, Palermo però è penultima (105°) e a Catania spetta il posto di fanalino di coda in Italia. Capitale italiana della munnizza!

Adesso è chiaro. La provincia di Catania è insostenibile principalmente per via della spazzatura, ma non in altre dimensioni. Solo che liquidare tutto in un’unica voce – l’ambiente per l’appunto – e posizionare in basso il capoluogo etneo (per via della spazzatura) insieme alla città aretusea (che è una area industriale) non è del tutto onesto intellettualmente. Però fa notizia e tocca poi a qualcun altro andare oltre la notizia e provare a fare un po’ di luce. Senza consumarne tanta, perché lì i Siciliani sono ancora una volta virtuosi. 

  

Seconda puntata - continua