facebook
instagram
whatsapp

redazione@ivespri.it

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

Direttore Responsabile: Fabio Tracuzzi - direttore@ivespri.it

Direttore Editoriale: Nunzia Scalzo - direttoreditoriale@ivespri.it

Registrazione: Tribunale di Catania n. 7/2006 del 3/3/2006

Sede legale: Via Aloi 26 - 95126 Catania

 

Contatta la redazione: redazione@ivespri.it

Contatta l'amministrazione: amministrazione@ivespri.it


facebook
phone
whatsapp

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

banner per i vespri
ivespri-interno

Editore e ragione sociale:
Vespri società cooperativa

Via Aloi 26 - Catania

P.IVA IT04362690879 - Codice fiscale 93117170873
pec: cooperativa.vespri@twtcert.it

I Vespri @ Tutti i diritti son riservati, 2022

Brancati: il teatro nel teatro colpisce ancora

2022-12-21 12:55

Aldo Mattina

Cronaca, Spettacoli, Focus,

Brancati: il teatro nel teatro colpisce ancora

"Rumori fuori scena" di Michael Frayn. Lo ha proposto il Teatro della Città per la stagione 2022/23 del Teatro Brancati. Commedia divertente ma troppo lunga

 È una delle commedie più rappresentate del Novecento: ‘Rumori fuori scena’ dell’inglese Michael Frayn. Lo ha proposto il Teatro della Città di Catania per la stagione 2022/23 del Teatro Brancati.

    È una commedia degli equivoci che affonda le sue radici nel teatro latino, segnatamente quello di Plauto ma ammicca anche alla commedia di fine Ottocento di cui fu dominatore incontrastato Georges Feydeau (come non pensare all’’Albergo del libero scambio’ con il frenetico via vai fra porte e camere che si aprono e chiudono di continuo per mettendo rapidi ingressi ed uscite ai personaggi, all’insaputa degli altri…).

     Naturalmente la scena ‘vive’ di una frenesia tutta moderna e l’idea dominante è quella di una costruzione metateatrale. I tre atti si basano, infatti, sul susseguirsi della prova generale di una fantomatica commedia dal titolo ‘Niente addosso’ (atto I), sulla rappresentazione osservata dal ‘dietro le quinte’(II atto) quando la compagnia di scalcinati attori da vita ad esilaranti gag intessute da amori, scene di gelosia e litigi, ed infine una raccogliticcia rappresentazione di una disastrosa replica (III atto) in cui tutti i tempi d’ìngresso e le battute vengono clamorosamente sbagliati.

     Nell’apparente e pasticciato susseguirsi di situazioni gli attori devono, in verità, possedere la capacità di far funzionare la macchina teatrale come un congegno ad orologeria. La collaudata compagnia del Brancati riesce perfettamente nell’intento, guidata dalla mano esperta del regista Nicasio Anzelmo che, d’altra parte, poteva contare sulla bravura dei singoli, capaci di interagire in un insieme scatenato e divertente. Guia Jelo è la signora Clackett, governante della casa in cui si svolge la presunta commedia da provare/rappresentare ed è anche la primattrice della compagnia (tutti gli attori vengono chiamati con i loro veri nomi dal ‘regista’ Filippo (Brazzaventre): Guia, Debora, Plinio, Anita…) alle prese con una continua preparazione di piatti di sardine che scompaiono e ricompaiono, intenta ad assecondare la presunta assenza dei padroni di casa (che intendono così sfuggire al fisco). Varie coppie si introducono nella casa, Plinio Milazzo e Anita Indigeno per una scappatella amorosa, Debora Bernardi e Luciano Fioretto (sarebbero i padroni di casa) e perfino un ladro pasticcione, Giovanni Rizzuti, che i compagni attori cercano di mantenere sobrio vista la sua forte propensione all’alcool. Lucia Portale e Vincenzo Volo, dal canto loro, alternano personaggi e tecnici della compagnia. Le scene ed i costumi sono di Vincenzo La Mendola.

    Il clou della allegra confusione si svolge durante il dietro le quinte del II atto quando si intersecano gli amori ed i tradimenti degli attori, e del regista, mentre intanto si svolge la rappresentazione del I atto della commedia; una vera prova d’attori per tutti.

     Una commedia divertente, senza dubbio, anche se soffre di tempi ‘lunghi’ oggi sempre più abbandonati (tre ore di durata con gli intervalli), ed un gusto un po’ retrò nonostante la data di scrittura sia appena del 1982.