Ogni anno, puntuale come il Natale, in questo periodo dell’anno, arrivano gli aumenti, spropositati è dir poco, delle compagnie aeree, con l’ex Alitalia in prima fila, sulle tratte che da Roma e Milano portano in Sicilia. Andare a New York costa meno che volare da Milano a Palermo o Catania. Persino lo showman Fiorello se ne è occupato nel suo format televisivo “Viva Rai due”. E’ facile del resto. In questo periodo dell’anno figli, parenti e affini tornano a casa per un Natale in famiglia. Ed ecco la botta. Ingiustificata, immorale, vergognosa. Mai nessuno è riuscito a porre rimedio, o un freno, a questo scandalo nazionale sì, ma che colpisce solo i siciliani. Cambierà qualcosa adesso che è cambiato, politicamente parlando, il pilota e tutto l’equipaggio? Francamente, e che nessuno si offenda, è difficile da credere e non per mancanza di fiducia ma per una più che giustificata, in questo caso, rassegnazione. Anche se, un piccolo spiraglio di luce in fondo al tunnel si intravede. Qualcosa potrebbe cambiare? Ci sono delle dichiarazioni del senatore Salvo Pogliese, che se lette bene, potrebbero, e sottolineo potrebbero, portare a un cambio di rotta. "È assurdo che volare da Milano a New York costi sensibilmente meno che un volo verso Catania. È ora di porre termine a questo "sfruttamento" verso i siciliani che sono costretti, in mancanza di altre alternative, a sottostare ai prezzi folli delle compagnie aeree. Ha fatto benissimo il presidente Schifani a denunciare questo ignominioso caro prezzi all'Antitrust ma è necessario un intervento urgente e decisivo del governo Meloni, e in particolare del ministro Adolfo Urso, per mettere fine a questa surreale problema, che purtroppo va avanti da troppo tempo, e relega i siciliani alla categoria di "italiani di serie B" costretti alle vessazioni delle compagnie aeree". Anche Cuffaro ha gridato allo scandalo. Le solite dichiarazioni opportuniste e speculative, direte. E forse è cosi. Ma a leggere bene il senatore Pogliese, che della maggioranza di governo fa parte, chiama in causa sia il presidente della Regione Schifani, che in verità si è già rivolto all’Antitrust, sia il ministro Urso e, per finire, a Giorgia Meloni presidente del Consiglio. Un filo diretto tra Roma e Palermo, politico in questo caso, che deve, quanto meno, dare delle risposte. Le meritano in siciliani, tutti i siciliani e non solo quelli, che pur sono tantissimi, che per questa parte politica hanno votato. Risposte e soprattutto risultati concreti. Siamo stanchi di pagare i buchi e gli sprechi della nostra compagnia che adesso si chiama Ita (Italia trasporto aereo airways).
Un ricatto bello e buono che non è più possibile accettare. Nessun governo, di qualsiasi colore, in passato è riuscito a sanare questa situazione. Credere è ancora lecito con la speranza di non dover arrivare al prossimo Natale e dover sentire ancora, come ogni anno, parole di vergogna. Da questi governi, regionale e nazionale, è lecito aspettarsi segnali di discontinuità. E’ lecito aspettarsi un cambiamento.
Il sogno, forse ormai irrealizzabile, è quello di avere di nuovo una compagnia aerea siciliana. Ci riuscì per primo Luigi Crispino con la sua Air Sicily. In mezzo a mille difficoltà era diventata una realtà. Un pazzo, un visionario. Così venne definito. Gli capitò di tutto fino all’arresto per poi, con la compagnia distrutta, venire assolto da tutte le accuse. E chi non ricorda Wind Jet di Nino Pulvirenti. Compagnia più forte, più strutturata e che, ancor di più di Air Sicily, cominciò a dare fastidio alla livrea tricolore. E dopo qualche anno tutto il fango possibile si riversò su Pulvirenti e Wind Jet. E addio tariffe agevolate per i siciliani e per chi in Sicilia voleva venire in vacanza. Abbiamo semplificato, è ovvio, ma la realtà è che non esiste una compagnia siciliana e le tariffe sono di nuovo un salasso. E adesso per piacere basta chiacchiere. Vogliamo risposte.