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Autostrada Ct-Me: ingresso all'inferno a pagamento

2023-01-25 09:12

Rosario Faraci

Cronaca, Attualità, Focus, Ultim'ora,

Autostrada Ct-Me: ingresso all'inferno a pagamento

Uno scandalo continuo: il tratto dell’A18 Messina-Catania che intercorre fra i caselli di Giarre, Acireale e San Gregorio è percorribile solo a passo d’uomo.

La foto che vi proponiamo, scattata da uno smartphone questa mattina alle 7.15 (mercoledì 25 gennaio) sul cavalcavia di Santa Maria La Stella vicino ad Acireale, rende forse l’idea di quello che stiamo per raccontarvi. Ma di presenza, credeteci, è tutt’altra cosa. La storia si ripete ogni giorno e ormai da diversi giorni, se non addirittura da qualche settimana.

Il tratto dell’A18 Messina-Catania che intercorre fra i caselli di Giarre, Acireale e San Gregorio è percorribile solo a passo d’uomo, forse nemmeno quello, in alcuni orari di punta al mattino e al pomeriggio. Una incredibile congestione in entrambi i sensi di marcia. Ci sono lavori in corso che procedono a rilento e che hanno ridotto ad una sola corsia percorribile l’intero manto autostradale. Fin qui non ci sarebbe niente di nuovo. Sulla A19 Catania-Palermo ci sono almeno ventidue cantieri dell’Anas e ormai guidare su quell’autostrada equivale a fare una gimkana.

La differenza che è per accedere all’A18 si paga. E si continua a pagare il biglietto anche in giornate, come quelle attuali, in cui i lavori in corso triplicano se non addirittura quadruplicano o quintuplicano i normali tempi di percorrenza. Un’avvocatessa ci ha scritto raccontandoci che per arrivare alle 9 in punto a Catania al Tribunale è costretta ad uscire da casa alle sei. Rientrando ad Acireale da San Gregorio l’altra sera un professionista è stato in auto più di un’ora per percorrere appena 6 km. Allucinante.

Ma ancor più surreale è che questa situazione di emergenza non sia affatto governata. Come se l’A18 fosse terra di nessuno.

Il CAS, il consorzio delle autostrade siciliane che ha in concessione l’A18, non si sente in dovere di dare alcuna indicazione in prossimità dei caselli di accesso a questa trappola infernale che è ormai la Catania-Messina. In pratica, l’automobilista dovrebbe informarsi da solo prima di uscire da casa o avere un centro notifiche di Waze o di TomTom installato financo sulla macchinetta del caffè.

Silenzio anche dall’Anas che è vero non ha competenza specifica sull’A18, ma è indirettamente coinvolta anche in considerazione del fatto che chi percorre l’autostrada fra Giarre e San Gregorio nel novanta per cento dei casi fruisce pure della tangenziale che è un tratto proprio di pertinenza dell’azienda statale.

Nemmeno la Polstrada interviene per deviare il traffico e dirottarlo su altre arterie che magari potrebbero rendere più tollerabile il ritardo con cui si raggiungono scuole, posti di lavori, ospedali e fabbriche. Non ci sono nemmeno avvisi leggibili in nessuna parte del vasto comprensorio dell’Acese, del Giarrese e dei Paesi Etnei.

Il Codacons e le altre associazioni di tutela dei consumatori non si sono fatte ancora vive.

Il disagio però esiste. Ed è sopportato con grande tolleranza dalle migliaia di automobilisti e autotrasportatori che ogni giorno percorrono l’autostrada. La quale, ricordiamolo, si paga e non è gratis. E fino a prova contraria, chi paga un biglietto, oltre ad avere diritto a fruire del servizio, dovrebbe essere avvisato pure sul fatto che lavori in corso programmati anche per la sicurezza di tutti vanno però comunicati in tutti i punti di accesso e in prossimità ai caselli autostradali. Così da prendere decisioni alternative. Anziché mandare solo imprecazioni.