E‘ stato dedicato un circolo di Fratelli d’Italia a Stella Rao. Meglio tardi che mai. E’stata ricordata all’hotel Nettuno da Alberto Cardillo, Salvo Pogliese e Enzo Trantino. Senza offesa per nessuno nella sala non ho rivisto la Stella che conoscevo, che conoscevamo, se non nella grande foto alle spalle dei relatori. Io che come tanti le ho voluto bene voglio ricordarla così, riproponedo quanto scritto quando ci ha lasciato
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Quando una Stella sorride sempre
nessuno potrà mai spegnerla
di Fabio Tracuzzi
Come si fa a mettere insieme i ricordi una vita, una gran parte della vita più bella, gli anni della più spensierata giovinezza, e metterli insieme in pohe righe. Come si fa a scrivere un ricordo di una stella, sì lei, Stella Rao, quando non ti rassegni all'idea che lei, Stella, non è più con noi. Adesso, come tutti hanno fatto, potrei star qui a dire che è stata avvocato di grido e di successo, politico di raffinata intelligenza, consigliere comunale nei banchi dell'opposizione di destra, dirigente provinciale di Alleanza Nazionale e potremmo ancora continuare nell'elenco. Inutile elenco. Inutile prchè per quanto lungo, questo elenco non ci farebbe mai capire chi è, chi è stata, Stella Rao per tutti quelli che l'hanno conosciuta, apprezzata. Voluta bene. Sempre sorridente come la prima volta che l'ho vista in quel cortile del liceo Boggio Lera. Lei in una classe tutta famminile, io in una classe tutta maschile, Che ingiustizia, pensavamo. E i primi contatti durante la ricreazione del Boggio Lera. Non indossava mai, quasi mai, la gonna ma pantaloni di velluto mille righe, leggermente a zampa. Ero leader di quella destra che in quegli anni dominava al Boggio Lera (ma niente a che vedere con quella che che oggi chiamano destra, per carità) e quel giorno si fece avanti perchè, ci disse, voleva partecipare a un volantinaggio. E da li, in quegli anni, non importa dire quali anni, fummo quasi inseparabili. La mattina a scuola, gruppi di studio e nel pomeriggio nella sede del Msi in Corso Sicilia a organizzare, anzi a riorganizzare, il movimento giovanile che da "Giovane Italia" diventava Fronte della Giuventù. E i tanti passaggi dal Guf in vita Etnea con Peppino Salmeri, Fabio Fatuzzo, Gigi Chiarenza, Marcello Lattuada e tanti tanti altri che ascoltavamo, imparando, in religioso silenzio. E quando i dirigenti, i grandi, del partito, si decisero a darci una sede tutta per noi passammo ore, giornate, nottate a togliere dai muri la veccchia carta da parati orribile a vedersi e a ridipingere le pareti, E lei, Stella, era instacabile e sorrideva. Sorrideva sempre. Assemblee, scioperi, volantinaggi, vendita di giornali, Stella c'era sempre e sorrideva sempre. Aveva portato tante ragazze in sede tanto che fu possibile formare un nuovo gruppo femminile con delle giovani impegnate in politica. A destra. Poi la vita, spietata, a poco poco ci portò su strade diverse. Lei avvocato, io giornalista, Lei sposata, io sposato. Lei splendida famiglia, io splendida famiglia. Non ci vediamo più tanto spesso, io lontano da Catania per anni. Lei continua l'impegno politico, istituzionale, ed ha succeso come in tutte le cose in cui si è cimentata. E sempre col sorriso, la sua arma vincente. Si, capita che ci incontriamo. Un caffè, ma mai parlando dei tempi passati, ma piuttosto di quello che si poteva ancora fare, politicamente parlando, insieme. E dopo il caffè il suo solito sorriso. Passano gli anni, ma Stella è sempre nel cuore di chi le ha voluto bene. E sono davvero in tanti. Poi, come un colpo d'accetta sulla tua vita, una mattina di metà maggio ti arriva la notizia che Stella sta male, malissimo. No, non può essere, Non è vero, non può essere vero. Non lei. Non posso non telefonarle. Non posso non parlarle. E ripsonde. E mi dice, lei a me, "hei Fabio come stai". E' sempre stata una combattente e lo ha sempre fatto capire. "Ho vogia di vederti, te e tutti gli amici, non appena mi passano questi dolori facciamo una riunione da me". E mi saluta, e lo fa sorridendo come tutte le volte che ci siamo visti o sentiti. Quei dolori non passeranno mai ma, cara Stella Rao, cercheremo all'utimo saluto di continuare a sorridere. Come avresti fatto, come stai facendo tu guardandoci. E basta.
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All’hotel Nettuno, purtroppo, erano in pochi a sorridere. I tuoi figli, tuttie tre col tuo sorriso, Prospero tuo marito, tu nella foto nel manifesto e pochi altri. Per il resto visi da circostanza che, ne siamo sicuri, non ti sarebbero piaciuti.