Nel 1289 si svolse la celebre battaglia di Campaldino fra Guelfi fiorentini e Ghibellini aretini, conclusasi con la sconfitta di questi ultimi, grazie soprattutto all’intervento di Corso Donati. Tra le fila dei ‘feditori’ guelfi (in pratica la ‘prima linea’) guidati da Vieri de’ Cerchi c’era anche un giovane ventiquattrenne, ‘tal’ Durante Alighiero degli Alighieri, detto Dante. Dalla colorita descrizione-rappresentazione di questo episodio prende vita lo spettacolo “Dante, tra le fiamme e le stelle”, andato in scena al Centro Zo per la XI Stagione Teatrale di ‘palco Off’. Uno spettacolo ideato ed interpretato da Matthias Martelli, un geniale attore fuori dagli schemi che si inserisce autorevolmente nella tradizione della Commedia dell’Arte e, in maniera ancora più specifica, in quella dei Giullari di ispirazione medievale che annovera, nel corso del Novecento teatrale, l’indiscussa figura di Dario Fo. Non a caso il premio Nobel varesino ebbe il tempo di approvare (poco prima di morire) l’imminente andata in scena del suo ‘Mistero Buffo’ ripreso e interpretato proprio da Martelli.
La capacità di affabulazione dell’attore urbinate (trasferitosi poi a Torino) è veramente prodigiosa; così come è tipico della tradizione dei giullari – saltimbanchi, attori di strada, mimi itineranti al servizio del popolo e dei re – Matthias Martelli fa uso della parola, espressa nei più disparati registri vocali e del corpo in funzione estremamente reattiva, totalizzando lo spazio teatrale (scenografia di Francesco Fassone, costumi di Monica Di Pasqua. Luci e fonica di Loris Spanu) mantenuto volutamente scarno ed essenziale. Dante ne esce vitalizzato e umanizzato come mai si era visto. In un contesto apparentemente leggero e trasgressivo Martelli riesce a trasmettere sia l’uomo, con le sue paure, i suoi fremiti amorosi, la sua vita di tutti i giorni insieme alle sue frequentazioni (Guido Cavalcanti, Cecco Angiolieri…) sia l’altissimo poeta del quale snocciola, intercalandoli, i versi della ‘Vita Nova’ e della ‘Commedia’, non senza un rispettoso umorismo che ce lo rende più vicino e attuale. L’affidabilità del testo è peraltro assicurata dalla consulenza storica di due autorevoli personalità quali Alessandro Barbero e Claudio Marazzini (Presidente dell’Accademia della Crusca); il tutto con la regia di Emiliano Bronzino.
La violoncellista Lucia Sacerdoni non si limita ad eseguire dal vivo le musiche originali di Matteo Castellan, è anche attiva protagonista quale Beatrice, ‘doppiata’ in voce dallo stesso Martelli con esiti anche esilaranti, sensibilissima nell’evocare lo spirito musicale medievale ed in parte anche un po’ barocco.
Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Torino e Fondazione Trg Onlus che da alcuni anni circuita con grande successo. Il pubblico conquistato e plaudente anche a Catania, ha lungamente applaudito i due interpreti che, alla fine (come peraltro già nel corso dello spettacolo), hanno anche dialogato con lo stesso, come da tradizionale abitudine di Palco Off.