Archiviato definitivamente il 2023, il Teatro Massimo Bellini, dopo l’augurale Concerto di Capodanno, inaugura la stagione lirica del 2024 con una nuova produzione della Turandot pucciniana. Con questo amatissimo titolo del compositore toscano prendono anche l’avvio le celebrazioni per il centenario della morte che verrà ricordata in tutti i teatri del mondo.
Lo spettacolo inaugurale, venerdì 12 gennaio (con repliche fino al 20), che segnala il tutto esaurito, così come tutte le repliche, è stato presentato nel foyer del teatro nel corso di una conferenza stampa coordinata dalla giornalista Caterina Rita Andò cui hanno preso parte il Sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano, il direttore artistico Fabrizio Maria Carminati, il regista Alfonso Signorini, il direttore ospite principale Eckerard Stier (che dirigerà l’opera) e alcuni artisti del doppio cast.
Protagonisti principali saranno i soprano Daniela Schillaci e Anastasia Boldyreva che si alterneranno nel ruolo del titolo; i tenori Angelo Villari e Marco Berti in quello del principe ignoto Calaf, i soprani Elisa Balbo e Cristina Arsenova nelle vesti di Liù, i bassi George Andgulaze e Gianfranco Montresor in quelle di Timur. Sarà messo in scena lo spettacolare allestimento prodotto dal Festival Pucciniano di Torre del Lago insieme al Teatro Nazionale Georgiano di Tbilisi con le scene di Carla Tolomeo e i costumi di Fausto Puglisi, entrambi ripresi da Leila Fteita. Un allestimento, quindi, di stampo tradizionale in aperto contrasto con le linee moderniste e spesso provocatrici oggi in auge. D’altra parte lo stesso regista Alfonso Signorini ha precisato come da ‘regista all’antica’ ritiene doveroso mettersi al servizio della musica senza stravolgere nulla, incontrando, nella presente occasione, l’approvazione del direttore d’orchestra Eckerard Stier (al suo esordio italiano nel melodramma).
Per la presente edizione si è scelto di utilizzare, per la prima volta a Catania, il finale composto da Luciano Berio, fortemente voluto dal direttore artistico Carminati. Una scelta, questa, che aggiunge ulteriore interesse alla rappresentazione e che sicuramente proporrà nuovi elementi emozionali nei confronti degli appassionati. Chissà se in un prossimo futuro il Maestro Carminati (che ci è parso interessato) non deciderà di organizzare un concerto con la messa a confronto, in un’unica serata, delle due versioni di Alfano con quella di Berio.