E’ il giorno delle liste. Liste elettorali intendo. Elenchi di nomi, cognomi e in taluni casi anche soprannomi che poi sarebbe l’unico modo per riconoscere quel tal candidato a cui non basta un nome e cognome se non accompagnato da “detto”. E leggendo questi nomi ti accorgi, haimè, che la mia generazione è ormai andata, superata. Ma sì, diciamolo (come direbbe La Russa) vecchia. Perché? Perché tra i tanti, tantissimi candidati ne conosco davvero pochi e, questo mi sia ancora consentito, di persone in questa città ne conosco un bel po’. Ma quei nomi scritti nelle liste, tranne qualche rara eccezione sono al momento per me degli illustri sconosciuti con esperienza politica e amministrativa quasi pari allo zero. Nomi e quindi uomini e donne, che dovrebbero comporre il nuovo consiglio comunale di Catania che sarà chiamato, è bene che tutti lo sappiano, a un ruolo tra i più delicati nella storia di questa città dopo i passati più o meno recenti non certo esilaranti. E certo non basta candidare un familiare per sopperire a questa mancanza di esperienza. E’ una considerazione questa che riguarda tutte le liste, di tutti gli schieramenti, di tutti i candidati sindaci. E, a proposito di questi anche qui, eccezion fatta per Enrico Trantino e Maurizio Caserta so ben poco, ma ripeto la colpa è solo mia. Ma anche gli altri candidati non sanno chi sono io quindi siamo pari. Ma in tutto questo bisogna cogliere l’aspetto positivo. In primo luogo questi candidati al Consiglio comunale sembrano, a giudicare dai loro volti stampati nei manifesti, tutti molto giovani e con nessun legame col passato. E inoltre, comunque vada, ci sarà un sindaco nuovo e affidabile anche se Maurizio Caserta, grande amico e che stimo da sempre, non avrà vita facile nei rapporti col Pd e soprattutto con i Cinque Stelle per niente affidabili come dimostra la loro storia politica. Un esempio? Sono stati loro a far cadere quel governo Draghi che il Pd aveva voluto sostenendolo sino alla fine. Basta un “capriccio” e addio al campo largo. E sono grande amico anche di Enrico Trantino (tra l’altro anche lui ama Stromboli e non è roba da poco) la cui coalizione che non può definirsi omogenea, sarebbe un falso, è sicuramente più affidabile e collaudata. E’ una coalizione che funziona nel governo nazionale e in quello regionale. Funzionerà di conseguenza anche a livello locale anche se le differenze sono sostanziali. Degli altri candidati sindaci, che meritano il rispetto e le attenzioni di quelli prima citati, come detto li conosco davvero poco o non li conosco per niente. Hanno accettato una sfida e, credo, rifiutato accordi con le corazzate. E vanno in cerca di quel 5% che gli consentirebbe di occupare un posto in Consiglio comunale. Più di questo francamente è difficile immaginare. Il gioco delle elezioni e della campagna elettorale è cominciato. E può essere paragonato al Monopoli dove i partecipanti devono conquistare i quartieri della città ma soprattutto, e sono di più anche nel gioco, i quartieri più popolari. Sono quelli che faranno la differenza. E come nel Monopoli ci saranno le fermate luce, acqua, stazione e aeroporto. E occhio ai cartellini degli imprevisti e delle probabilità. Nel mazzo ne esiste uno che recita: andare in prigione un giro (il tempo della campagna elettorale) senza passare dal via. E la Procura di questi cartoncini ne potrebbe averne ancora qualcuno da mettere sul tavolo del gioco. Buona campagna elettorale a tutti.