È difficile lottizzare l’odio.
Ma le conseguenze, quali che esse siano, sono laceranti.
La nuova segretaria del PD ha una pericolosa carica di furore represso e recita il mantra della sua “visione” come bolgia dantesca, dove colloca tutte le tossine della politica nazionale per farne impasto incandescente da scagliare contro il governo in carica.
Con una piccola omissione: questo governo è quello voluto mesi fa dagli italiani, non imposto dai carri armati o da potenze straniere per disegno strategico.
Siamo noi le parti offese della signora che ha raccolto i rimorsi di una sinistra tradita dagli stessi guidatori del carrozzone del “contro”. Tentare una politica “nuova” è la confessione della incapacità della precedente dirigenza del PD, e non colpa di milioni di italiani, ancora orgogliosamente convinti che quei parolai meritavano la bocciatura.
Se guardate i filmati televisivi delle facce e delle parole pronunciate ovunque vi fosse occasione di livore divisivo, rimarrete impressionati quanto me.
Non una di serena critica, la più dura possibile, ma la più odiosa ipotizzabile; e siccome l’odio acceca, tentiamo almeno modeste osservazioni di segno contrario.
Sembra di essere tornati al clima della caccia all’uomo, ai torvi proclami della intolleranza violenta.
Vengono riverniciati come “valori” i veleni; manca solo l’invito alla contrapposizione irriducibile e siamo alle porte del terrorismo ideologico.
Mi domando: dove sono finiti i cattolici del PD.? Che fine hanno fatto Franceschini e altri difensori della privilegiata attitudine al comando senza vincere le elezioni? Si torna a Esaù e al piatto di lenticchie quale corrispettivo della svendita di sentimenti recitati e non coltivati?
E dell’Ucraina nessuno parla? E della politica auspicata dal ceto medio ancora presente da quelle parti, col ritorno alla “patrimoniale”, alla liberalizzazione della droga, alle regole del matrimonio ordinato, secondo la dottrina della Chiesa, a un patrimonio di emozioni cariche di tradizione, e così via?
Fioroni già ministro cattocomunista viene sbeffeggiato perché protesta e se ne va; la Bindi, riferimento cattolico tace e subisce; Conte avanza proteste labiali e intanto costruisce muri di saliva, ragionevolmente temendo di essere travolto, mentre la cultura è solo quella tossica?
Mentre viaggia verso la tempesta la zattera della medusa guidata da Elly dal cognome difficile, Giorgia corre da una geografia all’altra, dall’India agli Emirati per ultima cronaca, cercando intese su temi aperti come ferite, a cominciare dai cimiteri del mare, a seguire al blocco delle auto, colpo mortale alle industrie e ai bilanci familiari italiani.
Qui mi fermo. Sperando che la violenza mascherata da nuova azione del fare ritorni alla ragione, con ogni diritto di essere avversari decisi.
Senza coltelli tra i denti, però.