facebook
instagram
whatsapp

redazione@ivespri.it

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

Direttore Responsabile: Fabio Tracuzzi - direttore@ivespri.it

Direttore Editoriale: Nunzia Scalzo - direttoreditoriale@ivespri.it

Registrazione: Tribunale di Catania n. 7/2006 del 3/3/2006

Sede legale: Via Aloi 26 - 95126 Catania

 

Contatta la redazione: redazione@ivespri.it

Contatta l'amministrazione: amministrazione@ivespri.it


facebook
phone
whatsapp

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

Settimanale siciliano d'inchiesta

fondato da Carmelo Rapisarda

banner per i vespri
vespri_300x250

Editore e ragione sociale:
Vespri società cooperativa

Via Aloi 26 - Catania

P.IVA IT04362690879 - Codice fiscale 93117170873
pec: cooperativa.vespri@twtcert.it

I Vespri @ Tutti i diritti son riservati, 2022

Il matrimonio bostoniano di Anna e Claire

2024-02-17 13:13

Aldo Mattina

Cronaca, Spettacoli, Focus,

Il matrimonio bostoniano di Anna e Claire

Al Teatro Stabile "Boston marriage" un gusto da commedia degli equivoci, dal sapore british, pur in un’ambientazione da salotto americano di fine ottocento.

È un dramma assai singolare quello proposto dal Teatro Stabile di Catania nel corso della sua Stagione teatrale 2023/24. ‘Boston marriage’ è stato scritto dal premio Pulitzer David Mamet nel 1999 e rappresentato per la prima volta all'American Repertory Theatre di Cambridge. Scrittore di successo e di multiforme ingegno, Mamet è stato autore di celeberrime sceneggiature cinematografiche (da ‘Il postino suona sempre due volte’ a ‘Il verdetto’, da ‘Gli Intoccabili’ a ‘Sesso & potere’) prima di passare egli stesso alla regia. Ciò che risalta immediatamente nella sua scrittura è il funambolico uso della parola ed è proprio questo che domina nella sua piece ‘Boston marriage’ ora proposta nella raffinata e sofisticata traduzione di Masolino D’Amico per la regia di Giorgio Sangadi e affidata alla recitazione di un magnifico trio di attrici formato da Maria Paiato (Anna), Mariangela Granelli (Claire) e Ludovica D’Auria (Catherine, la cameriera). 

     Singolare, dicevamo, ma in fondo ricca di riferimenti letterari, fin dal titolo che nell’alludere ad un’espressione in uso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nel New England, per indicare la convivenza ‘romantica’ tra due donne, rievoca quella Boston in cui sono ambientate le vicende del romanzo ‘Le bostoniane’ di Henry James, nel 1885. Dal punto di vista strutturale-drammaturgico non può non ricordarci ‘Le serve’ di Jean Genet, proprio per la stessa presenza in scena di tre donne, anche se le  due cameriere protagoniste sono legate, più che da una componente ‘affettiva’, da un sentimento di odio-amore e invidia nei confronti della padrona.

     In Boston marriage prevale, invece, un gusto da commedia degli equivoci, dal sapore british, pur in un’ambientazione da salotto americano di fine ottocento, elegantemente rievocato dalle scene di Alberto Nonnato e dai costumi di Gianluca Sbicca (con le luci di Cesare Agoni e le ironiche musiche di Giovanni Frison). La vicenda: Anna e Claire conversano in salotto della e Claire racconta all'amica del suo nuovo amore. Pur preferendo la compagnia delle donne, Anna è attualmente l'amante di un gentiluomo benestante. Il nuovo amore di Claire è una giovanissima donna da cui Anna mette in guardia l'amica, ma Claire la ignora e vuole che l'altra donna l'aiuti a sedurla. Scoppia uno scandalo quando si scopre che l'amante di Anna le ha donato una meravigliosa collana di smeraldi che in realtà appartiene alla madre dell'innamorata di Claire; le due donne scoprono quindi l'intreccio familiare dei rispettivi amanti ed Anna usa la situazione a suo beneficio per fare tornare Claire presso di sé. 

     La compatta vicenda scorre, con una qualche lentezza, in un unico atto della durata di cento minuti, un po’ statico in verità, ma dominato dalla prestazione attoriale della Paiato la cui voce è in grado di ammaliare con un’enfasi esilarante alternata a cambi di tono che, scontrandosi con l’espressione più ‘regolare’ della Granelli creano delle scenette esilaranti e irresistibili. A ‘spezzare’ i loro diverbi e le loro confidenze interviene la cameriera un po’allampanata ma ‘vera’ della D’Auria. 

    Una commedia che diverte e fa riflettere sulle mutate condizioni delle donne attraverso i tempi (e i luoghi). Produzione del Centro Teatrale Bresciano e del Teatro Biondo di Palermo.