Il grande teatro inglese di Harold Pinter ha sempre avuto un’attenzione particolare a Catania. Ricordiamo ancora con emozione l’esemplare edizione diretta da Peter Stein del suo capolavoro “Il ritorno a casa” (proposta dallo Stabile nel 2015), ma anche “Il compleanno” e, andando sempre a ritroso, “Tradimenti”, “Il guardiano”…Abbiamo citato non a caso “Il ritorno a casa” poiché in quella occasione la parte del padre era interpretata da uno strepitoso Paolo Graziosi, grande attore teatrale (e cinematografico, televisivo, ecc…) scomparso esattamente un anno fa a causa di complicanze per Covid 19. Adesso è andato in scena, per la stagione del Brancati, un lavoro poco rappresentato del drammaturgo inglese, “L’amante”, e in un ideale ‘passaggio di testimone’ abbiamo potuto ammirare l’interpretazione della figlia di Paolo, Viola Graziosi (sua degna erede artistica) con al suo fianco il compagno d’arte e di vita Graziano Piazza, per la intrigante e moderna regia di Veronica Cruciani.
Se pur meno nota degli altri capolavori, “L’amante” ripropone ancora una volta i temi, lo spirito ed il linguaggio del drammaturgo, anche se in termini insolitamente più ironici e meno sconfortanti; il rapporto uomo-donna, infatti, non è questa volta basato sulla totale carenza d’amore (che caratterizza la maggior parte dei lavori di Pinter) ma, anzi, sul tentativo di aggrapparsi al possibile e duraturo rapporto matrimoniale, aggirando il rischio della deprimente routine quotidiana ricorrendo ad un espediente ai limiti del surreale e dell’assurdo. Viene così addolcito quel “precipizio che sta sotto i discorsi di ogni giorno”, tipico dei suoi lavori maggiori che venne sottolineato nella motivazione che accompagnò il conferimento del premio Nobel nel 2005.
La chiave registica della Cruciani – che è anche la creatrice di scene e costumi insieme a John Cascone (il disegno delle luci è di Andrea Chiavaro) – è quella di presentare l’allestimento nel suo divenire con i due attori che entrano in scena con tanto di copione in mano e leggono le didascalie per poi disvelare, mano a mano che lo spettacolo entra nel vivo, gli oggetti di scena, letto, armadio, divano…si crea così un gioco parallelo tra la ‘creazione’ visiva e musicale dello spettacolo e le invenzioni drammaturgiche ideate da Pinter per consentire alla coppia di vivere le loro pulsioni sessuali segrete in pieno accordo (lei con un amante con cui si incontra nella casa coniugale, lui con una prostituta mentre dovrebbe invece lavorare). Solo così Sarah e Richard riescono a sopravvivere al modello borgese che gli riesce insopportabile. Scopriremo solo alla fine che i rispettivi incontri extraconiugali avvengono con… loro stessi, mutati d’abito ed interpreti delle loro fantasie erotiche!
Viola Graziosi e Graziano Piazza danno vita, ora con composta e misurata ironia, ora con esuberante vitalità, ad un confronto-scontro-gioco di coppia dalle variegate e poliedriche sfumature. Entrambi sono bravissimi e simpaticissimi nell’instaurare anche un continuo ed ammiccante dialogo che coinvolge il pubblico rendendolo partecipe.
Una particolare funzione assume la ‘drammaturgia sonora’ di John Cascone che, dall’iniziale impiego ‘di scena’ (sono gli stessi interpreti ad accendere e spegnere la radio che trasmette canzoni ben contestualizzate con gli anni Sessanta) si fa sempre più astratta, invasiva, elettronica, proveniendo però ‘dal di fuori’ per caratterizzare la condizione emotiva dei personaggi.