“Il fascismo dell’antifascismo”. Sia chiaro, non sono parole mie, ma di Pier Paolo Pasolini, per meglio dire è il titolo di un suo libro che forse in Italia in pochi hanno letto, in Francia credo proprio nessuno. In Francia esistono, buon per loro, comitati antifascsisti (e quindi fascisti secondo il teorema pasoliniano) e per la democrazia i quali vorrebbero impedire, nel nome della democrazia, a Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, di dirigere il concerto di Capodanno a Nizza per il quale esiste già un contratto. Motivo della protesta dei comitati? La Venezi artisticamente non è all’altezza? La Venezi non sa dirigere? Certo che no. La Venezi non può dirigere in Francia perché è “fascista”, vicina e consulente per la musica della Meloni e vicina al partito della Meloni. Sarebbe come dire che i milioni di italiani che hanno votato Fratelli d’Italia e che sono vicini alla Meloni non possono più andare in Francia. E sarebbe anche una idea da prendere in considerazione anche se irrealizzabile. Non siamo stupidi come, a volte lo sono (un po’troppo spesso in questi ultimi mesi) i francesi. C'è addirittura chi scrive che la Venezi è vicina a un partito che mette le donne in stato di inferiorità. Sembra di sentire la Serracchiani (pd) quando disse la stessa cosa in occcasione del voto di fiducia. Un partito guidato da una donna che è anche Presidente del Consiglio metterebbe le donne in secondo piano? Questo basterebbe a dimostrare la pochezza delle accuse francesi e che certamente hanno preso spunto dalle stupidaggini della Serracchiani che come tutti ricorderanno arrossì dalla vergogna alla replica della Meloni. Ma certa gente in effetti è senza vergogna. In verità la Venezi era già stata nel mirino dei “figli” della rivoluzione francese lo scorso mese di aprile. Aveva diretto a Limoges La Sonnambula di Vincenzo Bellini e all’uscita dal teatro un gruppo sparuto di contestatori democratici le rinfacciò con urla e cartelli le sue amicizie politiche. Ma ben più grave quello che successe qualche giorno dopo, maggio, all’Opera de Mussy, Parigi Sud, dove la Venezi , che avrebbe ancora dovuto dirigere La Sonnambula, fu di nuovo contestata giorni prima dell’opera e per evitare guai maggiori le teste pensanti (si fa per dire) la cancellarono proprio dal programma, con manifesti già stampati, sostituendola con un direttore gradito ai comitati per la democrazia. E fu così per tutta la tournée. Ovviamente la Venezi forte del suo contratto fu ugualmente pagata. E fu pagato anche il nuovo direttore chiamato al suo posto. Soldi pubblici francesi, chi se ne frega. Fu la stessa Venezi, allora, a gettare acqua sul fuoco contando che la questione si sarebbe potuta risolvere in maniera diplomatica. Niente di tutto questo. In Francia Beatrice Venezi non deve più dirigere. E in Italia a sinistra cosa fanno? Protestano? Ci mancherebbe, sorridono e si sfregano le mani. Ma quando a subire un presunto torto è Faziò, con l’accento sulla o, o Littizzettò anche questa con l’accento sulla o (grande intellettuale della quale l’Italia non può fare a meno) allora apriti cielo. Epurazioni a gogo. Anche io vorrei essere epurato con contratto alla Faziò (sempre con l’accento sulla o). Ma anche per molto molto meno. La Francia si macchia dell’ennesima buffonata, forse per coprire in qualche modo i propri guai interni, ma senza riuscirci. In Italia quelli che per dieci anni hanno addentato a piacimento il polposissimo osso della cultura con Franceschini ministro a vita (almeno così sperava) fanno quadrato. Senza capire, ma capire non è da tutti, che i primi a fare brutta figura sono proprio loro. A proposito anche per Nizza la Venezi ovviamente ha un contratto già firmato: e quindi comunque andrà sarà e magari con l’aggiunta di penali come già successo a maggio. Complimenti ai comitati per la democrazia. Bel colpo.