Avviata in sordina il mese scorso con un recital cameristico, la 48° Stagione concertistica dell’AME (Associazione Musicale Etnea) ha avuto ora la sua ‘vera’ inaugurazione con un magnifico concerto frutto della felice sinergia con il Conservatorio Bellini di Catania e con il Teatro Massimo Bellini.
Sul palcoscenico del teatro etneo abbiamo assistito ad una splendida operazione didattico-culturale. Ad esibirsi sono stati i giovani componenti del Conservatorio catanese (rafforzati anche dalla presenza di alcuni loro docenti), ma ciò che ha reso particolarmente preziosa la serata è stata la presenza e guida di due grandi interpreti, il pianista irlandese Barry Douglas e il direttore d’orchestra svizzero Charles Dutoit, classe 1936, esponente di lusso di una generazione di direttori che hanno fatto (e continuano a fare) la storia dell’interpretazione musicale.
Se il pianista Barry Douglas ha intrattenuto nei giorni scorsi gli allievi del Conservatorio per una magistrale ed imperdibile Master Class, quanto ha fatto Dutoit rappresenta un unicum che denota, insieme al riconosciuto talento direttoriale, una sensibilità, una passione ed un entusiasmo nel ‘puntare’ sulla crescita e formazione dei giovani musicisti che sempre più raramente è dato oggi trovare. Quanti direttori di fama, infatti, sarebbero disposti a rinunciare a dirigere le ‘loro’ orchestre o quelle più rinomate per dedicare giorni e giorni di prove ad una compagine formata da studenti?
Le due pagine presentate al teatro Massimo, oltre tutto, appartenevano ad un repertorio romantico ottocentesco particolarmente impegnativo, sia sul piano solistico che sul versante orchestrale: il Concerto per pianoforte e orchestra n.2 in do minore, op.18 di Sergej Rachmaninov e la Sinfonia n.9 in mi minore, op.95 “Dal nuovo mondo” di Antonín Dvořák.
Nel Concerto di Rachmaninov Barry Douglas ha messo in luce il suo straordinario talento che non si limita a far sfoggio di strepitose doti di virtuosismo, ma mette in bella mostra una sensibilità interpretativa che penetra lo spirito dell’autore con una luminosità di suono impagabile accompagnata da una profonda lettura introspettica della partitura.
È stata poi la volta del direttore Dutoit evidenziare la capacità di cesello con cui ha affrontato la sinfonia del compositore ceco; con gesto elegante e preciso ha diretto i giovani professori d’orchestra (oltretutto a memoria) guidandoli con mano ferma; attacchi e fraseggi preziosi che denotavano un certosino lavoro svolto in sede di concertazione fino ad ottenere risultati impensabili per una compagine di studenti. La lezione ricavata resterà sicuramente scolpita in maniera indelebile nel loro percorso formativo e la gioia del ‘fare musica’ insieme traspariva in ogni momento nei loro occhi.
È stata una serata festosa, percepita come tale dal folto pubblico presente ed anche un momento di orgoglio per i loro insegnanti (anch’essi presenti) e per il direttore del Conservatorio Epifanio Comis.