Alzi la mano chi gli ha creduto. In molti hanno fatto finta di credergli e ancora di più sono quelli che gli hanno fatto pensare di credergli. E lui, come un novellino della politica, pensava fossero tutti sinceri. “Vinceremo col 41%”, era un po’ diventato il mantra di Cateno De Luca al quale non bastava dire che avrebbe vinto e sarebbe diventato presidente della Regione, ma addirittura lo avrebbe fatto col 41% anche grazie al voto disgiunto che ci sarebbe stato in suo favore. Ora, diciamolo subito, l ex sindaco De Luca e l’attuale deputato regionale (non più di questo caro Cateno), ha comunque ottenuto un’affermazione personale straordinaria. E’ il secondo partito in Sicilia, un vero e proprio miracolo considerato che si tratta di un risultato raggiunto praticamente da solo e senza aiuti da altri partiti e con un simbolo senza storia e nato solo qualche mese addietro. E dovrebbe quindi essere contendo De Luca e invece dopo aver ascoltato i primi exit pool che lo davano largamente sconfitto ha sentito il bisogno di far sapere a tutti che si trattava di sondaggi "farlocchi" perché lui era sicuro della vittoria. Anche a urne chiuse ha continuato bluffare come in tutta la sua litigiosa e anche cabarettistica campagna elettorale: bagni in mutande, scampagnate con vitello e mamma del vitello, liti con giornalisti, politici e con tutti quelli che non la pensavano come lui. Poi quando non ha più potuto allestire l’ennesimo bluff ha riconosciuto la sconfitta dicendo “non ho vinto, ma hanno perso anche i siciliani”. L’ennesima sceneggiata folkloristica. Tutti quelli che non erano d’accordo con lui erano vittime delle sue invettive non degne di un candidato presidente. Ha vinto Renato Schifani dunque, anzi ha stravinto in piena linea col successo del centrodestra a livello nazionale. E anche il famoso voto disgiunto, altra bandiera di Cateno De Luca è risultata, questa sì farlocca. Non c’è stato alcun voto disgiunto se non in piccolissime, quasi inutili, percentuali. De Luca ha sfondato a Messina e a Enna ma per il resto della Sicilia è lontanissimo dal neo presidente Schifani. C’è da dire, per onestà intellettuale, che l’election day e la rinascita dei Cinque Stelle non hanno agevolato De Luca. Era dal 1996, con Giuseppe Provenzano, che la Sicilia non aveva più un presidente palermitano. E, a quanto si dice, a Palermo non potevano più sopportarlo. E ora il neo presidente deve mettersi a lavorare. La Sicilia si aspetta molto da lui. Così come ci si è aspettato sempre molto da tutti gli altri presidenti restando spesso delusi. Ma questa volta non si potrà più sbagliare. De Luca non si arrende e la sua campagna elettorale per le prossime elezioni, tra cinque anni, è già cominciata. E questa volta non parte da zero.