Questo campo largo porta proprio sfiga, sfiga è più che sfortuna, al Partito democratico. Il piano era già fallito alle ultime politiche del settembre scorso quando l’allora segretario Enrico Letta, già bollito da tempo, aveva preferito i rimasugli di estrema sinistra all’Azione di Calenda, non ancora accasatosi con “l’odiato” Renzi. E il dramma si è poi ripetuto alle regionali. Niente campo largo e la sconfitta elettorale già probabile è diventata scontata. Ma poi è arrivata Elly Schlein e i primi segnali di radicale cambiamento dovevano arrivare. E sono arrivati. Proprio alla viglia delle amministrative di Catania. Niente più centro sinistra ma “Fronte progressista”. Tutti dentro la shaker insomma, tutti tranne il solito Calenda, più Renzi che sicuramente sono più progressisti dei Cinque Stelle Risultato? Un cocktail imbevibile. E c’era anche un fior di candidato, magari non vincente, ma sicuramente rispettabile. Emiliano Abramo. Una candidatura durata poco più di 48 ore. Poi Abramo ha ritirato la sua disponibilità spegnendo sul nascere i primi vagiti di quel “Fronte progressista” appena nato e tanto voluto dalla nuova segretaria come primo atto di rivoluzionario cambiamento. Magari col tempo funzionerà. Ma ci vuole tempo. Perché quindi Emiliano Abramo ha cambiato idea? Ora non sembrano esserci più dubbi. La mancanza di una stampella di moderati all’interno della coalizione troppo spostata a sinistra gli ha fatto cambierà idea. “Non sono Che Guevara” ha detto. Niente Calenda, niente Bianco. E potremmo aggiungere niente Lombardo e di conseguenza niente da fare. Il ritiro di Emiliano Abramo impone delle riflessioni. In casa Abramo, e siamo contenti per lui, nessuno sta male. Il suo ritiro è politico. Il Fronte progressista, e non più centro sinistra (questa la nuova via della Schlein) sì trova improvvisamente senza candidato perché non si può chiedere a un moderato di essere sostenuto da comunisti veri e propri e, si sa, comunismo è contro ogni forma di democrazia. Esattamente come il fascismo. Questa strada di "casi Abramo" ne porterà tanti a livello nazionale. Questione di tempo. In più per il "burattino" Abramo Era già stato deciso senza che venisse interpellato il vice sindaco (Cinque stelle) e metà della giunta sempre ai Cinque stelle. Signori ecco il rinnovamento. Adesso ci proveranno con Maurizio Caserta ? Sarebbe un ottimo candidato. Ma che nessuno pensi di poterlo ingabbiare prima come hanno tentato di fare con Abramo. Ma adesso per quanto possa essere di prestigio la scelta di un nuovo candidato sarà sempre la riserva di Emiliano Abramo. La riserva. Un pasticcio che va bel al di là del semplice caso Catania. Nessuno lo dice ma quanto successo con Emiliano Abramo è il primo fallimento della segreteria di Elly Schlein. Deve farsene una ragione. Senza i moderati il Pd non andrà da nessuna parte. E non appena riaprirà le porte ai moderati i più estremisti, quelli che per capirci non iscritti al Pd e l’hanno votata alle primarie, l’abbonderanno. Davvero un bel casino.