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Giuseppe Castiglione, il collezionista di casacche

2022-08-19 14:31

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Politica, Focus,

Giuseppe Castiglione, il collezionista di casacche

Giuseppe Castiglione lascia Forza Italia, che non lo avrebbe candidato e aderisce ad Azione di Calenda che lo candida. Non pensate male: solo motivi ideologici

La notizia del giorno (si fa per dire, visto che l’annuncio è di ieri)? Giuseppe Castiglione, certo che ve lo ricordate, lascia Forza Italia e aderisce ad Azione di Calenda. Lascia Forza Italia che, secondo lui, è troppo schiacciato a destra, stesso pensiero della Gemini e della Carfagna e bussa ad un’altra porta, cosa che, come vedremo, gli è sempre riuscita particolarmente bene. Cosa avrà in cambio? Una poltrona, ovvio, una candidatura alle politiche. Ma la cosa più strana non è tanto che alcuni personaggi della vecchia, vecchissima politica, vanno in cerca di un altro giro di giostra perché non gli bastano quelli già fatti, ma che c’è chi, in questo caso Calenda,  apre loro le porte. Il motivo? La convinzione, la speranza o la certezza che gli “statisti” fatti entrare in casa posano portare voti, tanti voti e far salire così percentuali che, a quanto si dice (ma siamo ancora ad agosto) non sembrano così alte. Ma c’è tempo per aumentare le preferenze, la campagna acquisti, per tutti sia chiaro, è ancora in corso. A guardare il cammino politico ci si confonde un po’, almeno io che di politica capisco poco, mi sono confuso: comincia come consigliere comunale della Democrazia Cristiana, nel 1996 è già deputato regionale col CDU di Buttiglione e diventa assessore regionale all’industria nella Giunta di Provenzano (centrodestra) e ancora con la Giunta Drago sempre di centrodestra ma più avanti conserva il posto (poltrona?) anche con la Giunta Capodicasa di centrosinistra. La coerenza della politica.   Nel 1998 è con l’Udeur, nel 2000 con Forza Italia, nel 2002 deputato all’Ars con Forza Italia (il più votato). E’ ancora assessore, nel 2004 Parlamentare europeo con Foza Italia, nel 2008 Presidente della Provincia regionale di Catania sempre col Popolo delle Libertà. Nel 2013 nuova maglia: aderisce al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e diventa, da esponente del centro destra, sia pure quello di Alfano, sotto segretario nel governo di Enrico Letta e nel 2014 sempre sottosegretario del governo Renzi e nel 2016 sottosegretario del governo Gentiloni. E, udite udite, nel 2018 non si ricandida. E’ indagato nel 2004 per turbativa d’asta per tangenti all’ospedale Garibaldi di Catania. Viene prosciolto in appello da tutte le accuse. Nel 2015 viene indagato per turbativa d’asta nella gestione del Cara di Mineo.

Non vogliamo elencare tutti i posti di sottogoverno, meritatamente, ricevuti nel suo cammino. Ma una domanda sorge spontanea: è proprio sicuro Giuseppe Castiglione che l’Italia, questa Italia, non possa fare a meno della sua coerenza politica? E Calenda è così sicuro che per rinvigorire la sua Azione ha bisogno di chi non riesce a trovare candidature in altri schieramenti? Niente di male per carità, Castiglione ha tutte le carte in regola per candidarsi ancora. Ci mancherebbe. Ma non ce ne voglia Giuseppe Castiglione se lo paragoniamo a un calciatore, uno di quelli che fanno raccolta delle maglie degli avversari o delle squadre in cui hanno militato. Evidentemente nel suo armadio c'è ancora spazio