Sul nuovo governo, sulla esaltante rivoluzione di una donna giovane, determinata, seria nel pensare, severa nel dire, tutto è stato scritto.
Per limitarci all’orto di casa, puntiamo ora i riflettori sull’unico ministro catanese, Nello Musumeci, con una delega di alti contenuti, il Sud, ma con un affiancamento su cui non ho sentito commento alcuno.
“Ministro del mare”. Si badi il mare non è espressione naturalistica o economica per il governo dell’economia connessa, ma il Mediterraneo, privilegio enorme ancora non sfruttato, porta di vari continenti.
Passerà da questa delega il rapporto politico transfrontaliero, intercontinentale, e perciò protagonistico, se concorreranno le condizioni favorevoli.
Mi aspettavo qualche banalità polemica su “Mare nostrum”, ma l’opposizione mostra sempre di più di avere le polveri bagnate, di avere dimenticato il lavoro come costruzione di futuro e non come sussidio, che Conte reclama.
La domanda è d’obbligo: ma non si era urlato dal balcone di Palazzo Chigi, sede del nuovo governo del tempo, che “la povertà è stata sconfitta”?
Invece, i pauperisti di professione, per dare risposta al voto di scambio, che ha parzialmente salvato il risultato che si annunciava catastrofico dei “5 stelle”, continuano a martellare Draghi, che ha rappresentato l’unica diga contro il disastro socio-economico della nostra Nazione, al netto delle cose non compiute e della prevalenza culturale della finanza, in cui è protagonista europeo, sulla politica, che ha iniziato a maneggiare come chirurgo improvvisato, e, in molti casi, efficace.
Questo significa nostra autonomia di giudizio, e storicizzazione della “lealtà” del Presidente Meloni, riconosciuta pubblicamente e ripetutamente da Mario Draghi.
Allora, tornando al consuntivo siciliano, la prestigiosissima cattedra di Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, le deleghe al ministro Adolfo Urso, che affianca alla specificità dei compiti quella di ministro del “Made in Italy”, derisa da qualcuno supponente e bugiardo che ha dimenticato che in uno dei governi Berlusconi, quando ancora non era tornato il fascismo, Urso ebbe l’incarico del Commercio estero e del… “Made in Italy”, costruendosi giusta fama.
Ora, come il profeta nel deserto Letta, predica l’urgenza a Giorgia Meloni per la montagna altissima dei problemi giacenti, mentre, il PD, per dare risposte immediate a quello che resta del proprio elettorato, rinvia la normalizzazione interna a qualche mese, quasi sicuramente in primavera. Ora, che gli statisti alleati ironizzano sulla nuova definizione di alcuni ministeri, e aggiungono che mancavano solo quelli delle “Colonie” e delle “Corporazioni”, in clima di …restaurazione.
Vi offro un suggerimento: consultate le figure istituzionali del fascismo e sbianchettate i tanti nomi che giuravano fedeltà al Regime per saltare dopo, a fascismo concluso, sulla vettura degli antifascisti. L’elenco è sorprendente.
Se il nuovo Premier col concorso del popolo italiano, ci ha liberato di voi, “sia resa grazia che la notte è consumata”.