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Giuda il prescelto e non il traditore

2025-02-20 14:58

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Spettacoli, Attualità, Focus,

Giuda il prescelto e non il traditore

"Il Vangelo secondo Giuda" inedito di Pippo Fava con la regia del figlio Claudio. Il sarcasmo che fa riflettere. I 30 denari per avere il corpo di Maddalena

Subito una premessa. Io non sono un critico teatrale quindi le mie considerazioni che qui leggerete su lo spettacolo  “Il vangelo secondo Giuda” che ho visto ieri (mercoledì) alla sala Futura del teatro Stabile non sono di un addetto ai lavori ma dettati esclusivamente dall’emozione. Emozione perché il lavoro, la cui regia è firmata dal mio amico Cladio Fava, è scritto dal padre Pippo Fava ed rimasto in un cassetto per tanti lunghi anni. Comunque un inedito. Quindi non voglio convincere nessuno ad andare a vederlo ma solo ripetere a me stesso di avere assistito a una rappresentazione teatrale e moderna, che pur vecchia di 2008 anni (il calcolo è presto fatto secondo i vangeli: 2025 data di nascita  meno 33 età della morte) è stata teletrasportata ai giorni nostri con grande raffinatezza e sano sarcasmo. E proprio le battute sarcastiche sono state alle fine quelle che di più ti hanno fatto riflettere. Gli apostoli sulla scena solo cinque. Giuda Escariota di Lucifero (ovviamente) interprete principale e bravissimo. Il Maestro “biondo e con gli occhi azzurri” e, aggiungiamo noi, una maglietta della nazionale argentina di Maradona (el pibe de oro) e poi Tommaso, Giovanni, Luca e Pietro. E gli altri?  Subito la spiegazione viene data a Giuda, ultimo arrivato, che non si spiega come si può, in così pochi fare la rivoluzione annunciata e “cambiare il mondo da così a così” (girando il palmo della mano per rendere meglio l’idea). “Non siamo pochi, ma due sono in ferie e gli altri in malattia”. Non c’è dubbio alcuno a questo punto: siamo ai giorni nostri. La trama non è tra le più originali: tutti, almeno una volta abbiamo pensato che Giuda fosse un predestinato, un prescelto per il tradimento. Pensate a quanti bambini anche oggi si sarebbero chiamati Giuda e, per esempio, nessuno Giovanni se fosse stato lui il prescelto. Ma sono queste considerazioni credo personali, o quasi,  che mi accompagnano mentre guardo con estremo piacere i quadri delle scene che si susseguono. Grandi, ma allo stesso tempo semplici, trovate sceniche che fanno rivivere anche l’atmosfera dell’ultima cena dove il maestro Maradona dice alla sua truppa ridotta  di discepoli: ” In verità vi dico che stanotte qualcuno di voi mi tradirà”. E, sorpresa, Giuda alza il dito e dice “Sono io maestro e tu lo sai visto che sono il prescelto”. Giuda, poeta e cantastorie ma disoccupato, si era innamorato di una prostituta, tal Maddalena, che voleva trenta denari per vendergli il suo corpo. E doveva pur procurarseli in qualche modo quei trenta denari.  Quella stessa Maddalena che Giuda era stato costretto dall’obbedienza a mandare nel letto del Maestro per farlo riprendere dalla sua solitudine e perenne tristezza.  Insomma che Giuda fosse una vittima e non un carnefice, fuori dagli schemi del catechismo, lo abbiamo pensato quasi tutti. Pippo Fava (in alcune battute ti sembra proprio di sentirlo parlare con i suoi intercalari) e Claudio Fava ci accompagnano nelle pagine di questo vangelo inedito di Giuda  con maestria e senza che nessuno possa annoiarsi grazie anche a delle scelte musicali che non potevano essere migliori. E questo per un non critico di teatro come me è certamente il risultato migliore. Per la cronaca sul palco David Coco, Maurizio Marchetti, Antonio Alveario, Manuela Ventura, Liborio Natali, Alessandro Romano e Matteo Ciccioli. La regia è di Claudio Fava, l’aiuto regista Massimo Blandini vecchio amico di gin tonic e gusti musicali.  E questo è tutto.