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Segreti e dolori di una famiglia americana

2024-01-05 20:25

Aldo Mattina

Cronaca, Spettacoli, Focus,

Segreti e dolori di una famiglia americana

Lavoro imponente che vede in scena ben dodici attori, intorno alla straripante ‘guida’ di Anna Bonaiuto, che impersona in maniera impagabile Violet

Potente spaccato della provincia statunitense, “Agosto a Osage County” approda al teatro Verga per la stagione 2023/24 del Teatro Stabile di Catania. Scritta dall’attore e drammaturgo Tracy Letts nel 2007 e rappresentata per la prima volta a Chicago nello stesso anno, fu successivamente trasferita a Broadway dove rimase in cartellone per due anni. La pièce valse a Letts la conquista del prestigioso premio Pulitzer nel 2008. Ma non finisce qui perché cinque anni dopo venne realizzato un film diretto da John Wells (con la sceneggiatura dello stesso Letts) che valse alle sue protagoniste femminili  Meryl Streep e Julia Roberts la candidatura agli Oscar.  Opera di grande successo, quindi, presentata dal teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale nella prima versione italiana, con la traduzione di Monica Capuani e la regia di Filippo Dini. Dramma dalle complesse matrici  “Agosto a Osage County” si inserisce a pieno titolo nel percorso del teatro angloamericano del Novecento, da Eliot a Osborne, da Tennessee Williams ad Arthur Miller, da Albee a Schepard, senza trascurare peraltro la grande lezione realistica di Cechov, descrivendo le miserie, le frustrazioni, la rabbia di una ‘grande’ famiglia americana lacerata al suo interno da passioni e incomprensioni irrisolte. 

    L’occasione è determinata dal suicidio di Beverly Weston che provoca la forzata riunione delle tre sorelle Weston (Barbara, Ivy e Karen) accorse a ‘confortare’ l’anziana madre, Violet, dispotica e cinica donna malata di cancro alla bocca ed inguaribilmente dipendente da una sconfinata quantità di farmaci.

     Gli scontri che ne susseguono, i continui litigi, forsennati e gridati mettono in luce, in maniera impietosa, uno spaccato insanabile di cattiverie e incomprensioni che porteranno al definitivo disfacimento della famiglia originaria e di tutti i collaterali.

   Lavoro imponente che vede in scena ben dodici attori, tutti impegnati a livello co-protagonistico, intorno alla straripante ‘guida’ di Anna Bonaiuto che impersona in maniera impagabile Violet, con mimetica capacità di trascolorare dall’urlo al lucido e disincantato calcolo fino al commovente delirio. Superba antagonista è Manuela Mandracchia nei panni della figlia primogenita, Barbara; ma non sono da meno lo stesso Filippo Dini, nell’impersonare Bill (oltre a tenere saldamente in pugno i difficilissimi tempi registici e drammaturgici) e via via tutti gli altri magnifici interpreti: Fabrizio Contri (nel doppio ruolo di Beverly e dello sceriffo), Stefania Medri (Ivy, seconda sorella), Valeria Angelozzi (Karen, terza sorella), Valentina Spaletta Tavella (Johanna), Caterina Tieghi (Jean), Orietta Notari (sorella di Violet), Andrea Di Casa, Edoardo Sorgente, Fulvio Pepe.

     Le mutevoli e funzionali scene, azionate a vista, erano di Gregorio Zurla, i costumi di Alessio Rosati, le luci di Pasquale Mari, le musiche di Aleph Viola, il suono di Claudio Tortorici. Tutto contribuiva a creare con realismo e credibile ambientazione una perfetta serie di quadri scenici. Spettacolo impegnativo, il cui ritmo serrato contribuisce a fare scorrere gradevolmente il lungo tempo scenico lasciando, alla fine, tanti spunti di riflessione. Inizio d’anno nuovo alla grande per il teatro Stabile con  pubblico più che soddisfatto.