Mezzanotte. L’ora delle streghe. O se preferite l’ora in cui Cenerentola deve lasciare di corsa il ballo a Palazzo lasciando il Principe con un palmo di naso e una scarpina di cristallo in mano. O l’imperdibile film “Il sole a mezzanotte”. E ancora, se vogliamo essere più contemporanei, il brano “Mezzanotte” di Ana Mena Rojas. Insomma sulla mezzanotte ci si può sbizzarrire fino ad arrivare ai fuochi, comunque comprensibili ma non del tutto giustificabili, di Capodanno. Ma a Catania tutto questo non esiste più. Anche il fascino discreto o indiscreto della mezzanotte ci siamo fatti rubare. Sono anni ormai, dai tempi della prima pandemia, che con una puntualità sconcertante a mezzanotte si da il via a fuochi d’artificio che durano qualche minuto con tanto di botto finale. Prima domanda. Dove sparano? Quasi sempre da piazza Europa. Sì, piazza Europa a due passi dal reparto mobile della polizia che, potete starne certi, sentono i botti così come li sentono tutti quelli che stanno in zona, e non solo. Seconda domanda. Chi spara? Ovviamente nessuno lo sa. Almeno ufficialmente. Come se tutto accadesse automaticamente. Ancora una domanda? Perché sparano? Tutti, anche sui social, hanno dato varie risposte: dalle feste di 18 anni (una al giorno) ad omaggi a boss in carcere (ci può stare una tantum, poi anche il boss più rispettabile finisce col rompersi) fino ai segnali organizzati dalla malavita per segnalare l’arrivo di grosse partite di droga. E che era? Un segnale è tale ed è efficace quando viene usato nel momento di necessità e non ogni giorno. Noi, ovviamente, non abbiamo risposte. Ma solo domande da fare. Come mai la polizia, che è a due passi da dove si spara, non interviene mai? Chi ogni sera mette i soldi per comprare questi fuochi? Certo non sono i botti di S.Agata, ma giorno dopo giorno la spesa diventa importante. E chi li vende? Non credo che ufficialmente i fuochi d’artificio possano essere venduti al primo che passa senza lasciare un riferimento. E soprattutto, ed ecco il domandone, possibile che Questore e Prefetto non sentano la necessità di mettere la parola fine a questo ennesimo sfregio che questa città è costretta a subire. Aspettando una risposta che, ne siamo (quasi) certi non arriverà.